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  • Immagine del redattoreMarcello

Adam: il nuovo e delicatissimo lungometrggio di Maryam Touzani

l titolo curioso di Adam (آدم) è il primo film della regista marocchina Maryam Touzani, nominato per Un Certain Regard al Festival di Cannes 2019. Questo film delicato e tenero segue Samia (Nisrin Erradi), una giovane senzatetto incinta che cerca lavoro e un posto dove riposare per le ultime settimane della sua gravidanza. Dopo aver bussato alla porta di Casablanca, venendo respinta ad ogni turno, arriva a casa di Abla (Lubna Azabal) e di sua figlia Warda (Douae Belkhaouda). All’inizio, Abla respinge Samia, ma quando cala la notte e Samia si rifugia in un portone vicino, la sua empatia ha la meglio e invita Samia a riposare.

La regia di Maryam Touzani attinge al pantheon del cinema europeo che celebra la calma e la tranquillità, l’attenzione misurata sulla vita quotidiana di routine. La casa di Abla è anche il suo luogo di lavoro, con lei che gestisce una piccola panetteria che serve la gente del posto con deliziosi prodotti da forno. Touzani ci fa assistere alla routine quotidiana di Abla: svegliarsi, assicurarsi che Warda riceva il sostegno e la guida per la sua educazione quotidiana, e poi preparare i vari dolci e pani per il suo negozio. L’arrivo di Samia non ostacola immediatamente la routine di Abla, ma gradualmente, mano mano che la sua presenza in casa si fa sentire, la natura riservata di Abla inizia ad aprirsi, i sorrisi diventano più frequenti per questa piccola famiglia.


Come trio, Nisrin Erradi, Lubna Azabal e Douae Belkhaouda lavorano insieme senza sforzo per creare un’ode amorevole alla bellezza della maternità. Non veniamo mai a sapere chi è il padre del figlio di Samia, e la Touzani si assicura di non permettere mai che questa sia una domanda nella nostra mente mentre la storia progredisce.

Abla vive la vita da vedova, negandosi la possibilità di godersi a pieno ogni istante che la vita le regala a causa del dolore a cui si aggrappa così devotamente. La sua vita è diventata una routine monotona. La performance di Lubna Azabal è di eccellenza stoica, riuscendo a mascherare il dolore attraverso occhi che fanno del loro meglio per dimenticare un passato così pesante.

La costruzione di una profonda quiete durante la prima metà di Adam getta le basi per i battiti emotivi che riescono a toccare delle corde estremamente profonde. Quando Samia scopre una scatola nascosta di cassette di Warda e lascia girare una delle sue vibranti canzoni, la vitalità nascosta di Abla prende vita. Questo porta ad una delle scene di ballo più commoventi ed emotivamente ricche in un film moderno, con Samia e Abla che si abbracciano in un modo che solo due madri single potrebbero.

La fotografia di Virginie Surdej abbraccia completamente le attrici, permettendo di riflettere i cambiamenti che avvengono sui loro corpi.

Locandina di Adam

Con la panetteria di Abla, riesce a fornire un altro ruolo materno ai suoi connazionali marocchini, quello di arricchire le loro anime e le loro menti attraverso il buon cibo. Le delizie da forno di Abla sono tra le più raffinate sullo schermo, evocando ricordi della gentile Tokue di Kirin Kiki in Sweet Bean di Naomi Kawase. Ogni movimento dell’impasto, ogni dito che spinge e tira un filo di pasta, ogni nocca che impasta, tutto ricorda quanto cuore e quanta anima ci siano nella cucina e nella cottura domestica. L’eventuale presenza di Samia nella cucina di Abla rinvigorisce le ricette perdute che Abla non fa più a causa del suo vuoto interiore.

Anche se non ho molta familiarità con il cinema del Marocco, sono grato che un film come Adam mi permetta di vedere un aspetto di Casablanca e di coloro che ci vivono che non sapevo esistesse. Adam è una storia raffinata, delicata ed empatica che abbraccia l’importanza di prendersi cura di chi ha bisogno, e come tale, qualsiasi storia Maryam Touzani voglia raccontare, so che la inviterò volentieri nella mia vita per arricchire la mia anima.

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