Anatomia di una caduta: Un thriller metafora della crisi di coppia tra marito e moglie
In occasione della 18° edizione della Festa del Cinema di Roma, in programma dal 18 al 28 ottobre, Marcello! proporrà una serie di recensioni sui migliori film in concorso e fuori concorso.
Anatomia di una caduta: trama
La caduta di un uomo dalla finestra di una baita nelle montagne francesi dà il via ad una serie di dubbi e possibili scenari: è stata Sandra, sua moglie, a spingerlo di sotto o è caduto da solo? Si tratta di un omicidio, di un suicidio, o di un fatale incidente? Il figlio Daniel, ipovedente, potrà essere d'aiuto nell'indagine e nel processo che ne conseguirà? E dove risiede, infine, la verità?
Una verità inconoscibile
Thriller di altissima fattura, Anatomia di una caduta, come il titolo suggerisce, è la minuziosa e accurata analisi della caduta di un uomo nel vuoto fisico, ma che diviene metafora della caduta nel baratro di un matrimonio, di un rapporto tra marito e moglie le cui oscurità vengono a galla lentamente. Un film sulla ricerca della verità, ma in cui la verità, come Pirandello insegna, è irraggiungibile, perché ognuno detiene la propria. La verità, sembra gridare il film a gran voce, non è da nessuna parte, oppure rimane sospesa nel segreto, inconoscibile, inafferrabile, nascosta nelle pieghe del non detto, del non visto o del solamente percepito. Una tagliente indagine, dettaglio per dettaglio, di una crisi di coppia, con una regia maniacale e ricostruita a regola d'arte. Un ritratto umano che scava nel profondo della psicologia dei personaggi e tiene incollati fino alla fine, fino alla tanto agognata soluzione finale. Tutto è analitico in questo thriller e niente è lasciato al caso. Se fossimo in presenza di un comune film giudiziario dove la spettacolarizzazione processuale a volte sovrasta intenti e messaggi più profondi, come a volte accade nei film americani, ci troveremmo semplicemente di fronte ad un soggetto ripetitivo. Anatomia di una caduta è invece un film talmente ben costruito e ben confezionato nella sceneggiatura e nell'estetica da non lasciare dubbi sulla sua qualità eccelsa. Abbastanza da meritare la Palma d'oro assegnatagli? A mio avviso no, perché pur nella diversità e la qualità eccelsa altissima poc'anzi menzionata, il film non arriva comunque a vette così originali da meritarsi un così ambito riconoscimento. Ma la premiazione di un film è una realtà separata dalla qualità del film stesso, il cui intento, in questo caso, non è quello di vincere un premio, ma di narrare una storia il cui significato sfuggevole invita a riflettere sull'essere umano e i suoi rapporti e su quanto il vero sia solo una costruzione creata ad hoc per uno scopo.
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