Aribada, il corto onirico che esplora la comunità colombiana trans-futurista
Con Aribada de il regista tedesco-colombiano Simon(e) Jaikiriuma Paetau e la regista colombiana Natalia Escobar esplorano i temi dell’identità, della memoria e della fenomenologia andina in un corto dal sapore mistico e antropologico.
Aribada, ovvero il dio che si fa carne
“In questa Colombia ci sono diversi modi di esistere. Il mondo cambia e noi cambiamo costantemente”. Così dichiara un esponente del gruppo Las Traviesas (le cattive,le birichine) un gruppo di donne trans indigene della tribù Emberá. La loro vita nella piantagione di caffè, fatta di rituali e azioni quotidiane, è segnata dall’arrivo di Aribada, il mostro risorto, la bestia metà giaguaro, metà essere umano, che affascinato dalla purezza e dal coraggio di queste donne decide di unirsi a loro per creare una comunità trans-futurista. Il dio che si fa carne e viene ad abitare in mezzo a i suoi fedeli come massima approvazione del loro operato.
Un prodotto audiovisivo intriso di realismo magico
Gli elementi di Aribada appaiano minimi ed essenziali. Lo stile registico punta a costituire un film visivo e sensoriale, dove le azioni descrivono più delle parole e lasciano alla fantasia il compito dell’interpretazione. Immagini silenziose, toccate solo dai rumori della natura. Fruscii e rumore di foglie calpestate, mani che lavorano o che danzano al ritmo della musica. Tutte immagini che mostrano e comunicano il senso di una comunità quasi sospesa nel tempo, in un’atmosfera di realismo magico (che tanto ha caratterizzato la letteratura dell’America Latina) ma che vive comunque nell’odierno presente, a contatto con le persone, battendosi per i propri diritti e lottando per la propria accettazione.
Una comunità in lotta per la propria identità
L’obiettivo del gruppo Las Traviesas è chiaro: la creazione di un mondo nuovo a partire dalla propria identità, combattendo ogni giorno contro l’odio e il pregiudizio, ma non avendo mai paura di restituire lo sguardo. In Aribada, le donne, investite da una missione divina, devono rivelarsi al mondo per poterlo cambiare, per poterlo guarire dal pregiudizio e plasmarne uno nuovo. Più aperto al cambiamento, più magnanimo e tollerante. In una parola, migliore.