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Asteroid City: convivenza tra realtà e fantasia



Asteroid City è un film completamente folle, ma che nella follia e nella sua confusione, come Wes Anderson ci ha abituati a capire, ha il suo senso.


Nella cittadina di Asteroid City sembrano succedere tante cose ma in realtà non succede niente, anzi è la cittadina stessa a non esistere.

Ambientata in un deserto non ben specificato e localizzato degli Stati Uniti, la nuova pellicola del regista texano dai toni pastello ci presenta sullo stesso piano ed in contemporanea le vicende di due realtà parallele. E ci viene comunicato sin da subito da un narratore interno e fisicamente presente nella narrazione (interpretato da Bryan Cranston), ma esterno alle storie della cittadina.


Asteroid City vs la realtà: alternanza tra colore e bianco e nero

Asteroid City - Scena tratta dal film
Asteroid City - Scena tratta dal film

Un prologo, tre atti, un epilogo. La storia sembra una piéce teatrale, con una struttura a matrioska tipica del regista. L’alternanza tra bianco e nero e colore ci permette di distinguere nettamente i momenti in cui privilegia la realtà e quelli che invece lasciano spazio agli avvenimenti della fittizia cittadina di Asteroid City. Ma ciò che ci rende veramente partecipi è la presenza del narratore, che piano piano ci accompagna e ci fa immergere nei diversi atti della storia, rompendo la quarta parete a tutti gli effetti.

Anche questa è una caratteristica che caratterizza le produzioni di Wes Anderson, permettendo a noi spettatori di prendere parte a una storia, anche se sin dall'inizio esplicitamente astratta e inventata.

Asteroid City - Il narratore della storia
Asteroid City - Il narratore della storia

La realtà, segnata dal bianco e nero, insieme al suo narratore e ai suoi attori nasconde la storia di Asteroid City, che sta prendendo forma attraverso le vicende dei suoi personaggi; ma a loro volta questi stessi personaggi portano con sé vicende personali che trovano il giusto spazio per espandersi e venire approfondite.

La solitudine come fattore comune

I personaggi sono tanti, condividono esperienze e momenti comuni, ma in realtà sono accomunati da un unico elemento: la solitudine.

C’è chi fa l’attore per immedesimarsi, dare un senso alla propria esistenza attraverso l’interpretazione di vite altrui che non potrebbero appartenergli se non recitando; c’è chi guarda gli altri vivere, li osserva, studia i loro movimenti e cerca di immortalarli in uno scatto, immobilizzandoli in quell’istante, che così come rimane impresso sulla pellicola allo stesso modo permane anche nella sua memoria; e poi ancora c’è chi narra le storie degli altri, ma non la propria, facendo di quelle vicende l'elemento che dà forma alla propria esistenza e, soprattutto, al proprio ruolo di narratore.

Circondati dall'atmosfera desertica e pastellata di Asteroid City, ogni personaggio si concentra sulle altre esistenze senza rendersi conto che a forza di focalizzarsi sugli altri si è dimenticato di sé, o ancor peggio, l'ha fatto proprio per non pensare alla propria di esistenza, di cui non capiscono più il senso. Gli unici che sembrano salvarsi e voler dimostrare qualcosa, come spesso accade nel cinema di Anderson, sono i giovani.


La rivincita dei giovani

I bambini e gli adolescenti sono gli unici che sembrano avere ancora il controllo della propria vita, e non solo: cercano di far valere le proprie ragioni e farsi rispettare dagli adulti. Sono i giovani Stargazers che ogni anno si recano ad Asteroid City per celebrare la commemorazione dell'Asteroid Day, sono i giovani a sfidare i propri genitori con sfide continue per mettere alla prova la propria forza di volontà e dimostrare il proprio coraggio, e sono i giovani innamorati a godersi i propri sentimenti, senza rifletterci troppo su, così come sono sempre delle bambine che, seppur rimaste orfane da poco, invece che concentrarsi sul proprio dolore sembrano avere come unico obiettivo quello di sotterrare le ceneri della propria madre in un semplice contenitore Tupperware. Ancora una volta, per Wes Anderson la chiave di tutto è nascosta nella gioventù, che rappresenta chi non resta in piedi a guardare, ma è invece l'azione del presente e il futuro della società.

Quando la scienza incontra la commedia

Ad animare le vicende della città di Asteroid City non vi sono solo le competizioni tra i gruppi di ragazzi che si preparano all'Asteroid Day, ma un vero e proprio incontro del terzo tipo. Un alieno appare nella remota località desertica dal nulla, sembrando intenzionato unicamente a prendere il piccolo meteorite conservato in città, per poi tornare per riporlo al suo posto, con grande cura e gentilezza. Un alieno


Asteroid City è sicuramente marcato da un tratto "andersoniano" ma, pur presentando tutti i tratti caratterizzanti del regista, riesce a creare un mix perfetto tra il mondo della scienza e quello della commedia, raccogliendo il tutto in un'atmosfera pastello.

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Marcello! è una testata giornalistica dedicata ai veri cinefili. A tutti coloro che amano il buio della sala cinematografica, l'odore dei pop-corn e la magia del grande schermo. Insomma, a tutti coloro che non riuscirebbero a vivere senza la settima arte.   

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