Babylon
Certamente è un film che farà ampiamente parlare si sé.
Babylon è nelle sale cinematografiche da Dicembre 2022 negli Stati Uniti e in quasi tutto il resto del mondo dal 19-20 Gennaio 2023, attualmente in programmazione sul canale Paramount Pictures.
Un film che ha generato una serie di visioni e valutazioni contrastanti a causa di una alcuni fattori tra i quali la durata (189 minuti), la trama corale, ma a tratti un po’ sfilacciata e saltellante, e la vastità di tematiche trattate.
Occorre andare per gradi e iniziare dall’ambientazione: il film parla di Hollywood e della produzione cinematografica nel periodo compreso tra il 1926 ed il 1938. Ci troviamo nella Hollywood del fasto e del "tutto è concesso", le sale cinematografiche determinavano il successo o meno di un film e, di conseguenza, di un attore. Nel bene e nel male i film proiettavano tutte le emozioni di una generazione che viveva di grandi stenti e che voleva disperatamente un riscatto economico e, soprattutto, sociale.
Inquadriamo meglio il mondo di Babylon
Chi troviamo in questo film?
Troviamo Jack Conrad ( Brad Pitt), un attore di grido dei film muti hollywoodiani, Nellie LaRoy ( Margot Robbie, attualmente nelle sale cinematografiche con Barbie), una ragazza povera e emarginata che sogna di diventare una stella di Hollywood, Manuel “Manny” Torres (Diego Calva), un immigrato messicano che scala la gerarchia sociale da sguattero a produttore Hollywoodiano e, infine, Sidney Palmer ( Jovan Adepo) che è un talento del jazz prestato al cinema.
A questi attori principali si unisce un coro di attori secondari e moltissime comparse, a costruire un film dai tratti epici sulla falsariga dei colossal classici, ma con la nota contemporanea del rimpianto e della disillusione.
Perché Babylon?
Il regista Damien Chazelle, lo stesso di Whiplash (2014), La La Land (2016) e di First Man – Primo Uomo (2018) dirige un altro film dalla forte vena nostalgica e dalla spiccata sensibilità. L’ intento di Babylon, a detta del regista, è di mostrare la bellezza e le profonde contraddizioni di Hollywood in un periodo altamente denso di cambiamenti nel quale si passa, tra l'altro, anche dal muto al sonoro.
Quest'ultimo cambiamento non fu solo carico di meraviglia, ma anche di una serie mutamenti interni, fino al declino di alcune personalità cinematografiche di spicco a discapito di una nuova categoria di attori. Cambia anche la libertà di esprimere la nudità e la sessualità e Chazelle lo sa molto bene e non esita a trasmettere questo marasma di sensazioni senza censurarsi.
Il regista non dimentica nemmeno il Codice Hays, ufficialmente in atto dal 1934 al 1968 con il quale si iniziarono a porre una serie dettagliata di “limiti” su ciò che si poteva o meno riprodurre cinematograficamente. Fu una conseguenza della libertà espressiva e sessuale che regnava negli anni precedenti.
Già dalle prime battute si intuisce molto di Chazelle in Babylon.
Il film si apre con il più misero dei protagonisti Manuel “Manny” Torres, un messicano clandestino, che è impegnato a trasportare un elefante. Manny, infatti, è un outsider che vive ai margini della società. Lui ha il compito di trasportare il pachiderma che servirà per una delle tante feste realizzate per i ricchi produttori, attori, giornalisti e maestranze del cinema hollywoodiano.
Già questo potrebbe suonare strano ma, in realtà, è la cosa meno strana perché in meno di 15 minuti vedremo in atto una pratica di urofilia, un decesso e lo stesso elefante defecare sulla telecamera.
Chazelle esagera senza porsi freni e sembra, qualche volta, dimenticarsi il periodo storico e pensare di trovarsi nel pieno della Rivoluzione Bohémien parigina, tra sesso, assenzio e poesia. Certo non si vedranno fatine verdi, ma uomini e donne che non si vergognano di godere spasmodicamente della loro sessualità e promiscuità, abbandonati all’alcol e alle droghe e devoti alla musa del cinema.
Babylon è la Babilonia biblica, città del peccato e della fornicazione, e in questa “zona senza regole” i nostri ignari protagonisti si barcamenano in cerca di fortuna, popolarità o semplicemente cercando di avere un ruolo nella “fabbrica dei sogni” di Hollywood.
Ad onor del vero tocca anche dire che Chazelle sembra commettere degli "errori di stile" abbastanza gravi quando, per esempio, mostra una Nellie LaRoy con un'acconciatura palesemente ispirata agli anni '80, creando quindi una certa frattura con il contesto che la circonda; non si comprende cosa il regista volesse esprimere con questa scelta.
Diamo un po' i numeri con Babylon anche noi!
Il film ha visto un investimento importante (si parla di circa 78 milioni $) mentre i risultati al botteghino non sembra siano stati sufficienti (circa 68 milioni $ totali) collocandolo palesemente come flop.
Certo occorre ricordare che aveva come competitor Avatar - La via dell'acqua, e questo non ha certamente aiutato, ma anche la critica si spacca drasticamente: critiche entusiaste vs critiche ferocissime, che è raro riscontrare in questo settore. Babylon lascia poche certezze, ma è chiaro che si tratti di un film che spacca nettamente nel giudizio: chi lo ha adorato e chi, invece, lo trova ripugnate. Quasi nulle le mezze misure.
... e per quanto riguarda gli attori in Babylon?
Se il giudizio sul film può o meno essere positivo, non possono esserci dubbi circa le performances di Margot Robbie e di Brad Pitt.
Margot Robbie, ormai tra le regine di Hollywood, sembra non sbagliarne una dal punto di vista recitativo. La sua interpretazione di una giovane donna dal passato e dal presente catastrofico, annegata nell’uso di droghe e di follia, cerca in ogni modo di diventare parte della narrazione filmica per rimanere nella storia. È superlativa! Sia passando dal pianto finto sul set, allo sguardo della pazzoide in un istante, e sempre con la solita sfacciataggine che la contraddistingue. È davvero in un momento di grazia!
Brad Pitt, con la sua interpretazione di Jack Conrad, mostra perfettamente il declino del personaggio. Conrad, infatti, inizia come attore di successo all’inizio del film per arrivare al declino alla fine della pellicola. L'attore ci mostra tutta la parabola personale e recitativa del suo personaggio. Anche per lui un grande sì, perché resta una sua ottima interpretazione; come le ultime a cui ci ha abituato con Tarantino (un esempio su tutti con C'era una volta a Hollywood , con cui ha ricevuto il premio Oscar miglior attore protagonista).
Si tratta di due personalità che, da sole, basterebbero a riempire le 3 ore e 8 minuti di film, ma che, invece, si inseriscono ad altre vite e altre storie.
Se c’è una morale in Babylon quale potrebbe essere?
Babylon risulta essere un film davvero molto complesso e pertanto anche trovare il fil rouge che lega tra loro le storie può risultare non alla mercé di chiunque.
Proprio la fine del film, quando abbiamo fatto un salto temporale di molti anni (ci troviamo in una Hollywood del 1952) vediamo “Manny” ritornare in California, e trovarsi con moglie e figlia davanti gli studios. Questi sono cambiati perché i tempi non sono più gli stessi. Lui entra in un cinema e si concede ancora una volta di sognare: una serie di scene filmiche che abbracciano circa 100 anni gli passano davanti gli occhi, si commuove e sorride con il volto striato di lacrime.
Manuel “Manny” Torres è un po' il simbolo di ciò che avviene al cinema e a Hollywood: da uomo insignificante all’inizio del film, trova un riscatto sociale e diventa un produttore. Spinto da un amore difficile, rischia e perde ogni cosa. Manny non ha dimenticato, però, tutte le emozioni che aveva provato e piange ricordando quei tempi ormai lontani e dimenticati. Le risate del pubblico ricordando i vecchi fasti e le sue lacrime chiudono il film.
Chazelle si ripresenta come un regista introspettivo, molto profondo e nostalgico. Nonostante le critiche, e le incomprensioni legate a questo film, va certamente visto e giudicato per ciò che suscita.
Perciò buona visione a tutti, e mi raccomando, sognate!
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