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Immagine del redattoreCaterina Siciliano

Cinestate: hot summer feels

Oggi torniamo con cinque nuovi consigli estivi ma un po' diversi dal solito: l'estate serve per rilassarsi ma anche per riflettere quindi se state cercando qualcosa di simile, di seguito troverete delle ottime alternative.


Siccità - Paolo Virzì


É vero che l'estate è fatta per stare senza pensieri ma è anche vero che sotto i nostri occhi negli ultimi anni le estati non sono più normali. A ricordarcelo c'è il presente distopico di Siccità, in cui gli abitanti di Roma si trovano ad affrontare una grave crisi di risorse acquifere. Non mancano velate critiche al sistema: in questo c'è lo zampino di Emanuela Fanelli, che interpreta Raffaella, un personaggio poco ascoltato dai media, che in seguito avrà la sua rivincita. Il film, girato in tempi pandemici, ci mostra un mondo meschino, ipocrita ed egoista, che alla fine, purtroppo, non è poi così tanto distopico e lontano dalle nostre realtà.


A completare il cast troviamo anche: Silvio Orlando, Valerio Mastandrea, Claudia Pandolfi e Max Tortora.



Silvio Orlando in "Siccità"


Il triangolo della tristezza - Ruben Östlund


Sempre in tema di critiche velate (ma qui non troppo in realtà!) si colloca la cornice a episodi di questo film del regista svedese Ruben Östlund. La pellicola, strutturata appunto in tre capitoli, analizza le fasi che caratterizzano lo sfarzo, il lusso e l'estetica, ovvero l'apparente felicità e la più evidente tristezza, che nemmeno la più costosa chirurgia estetica riesce a nascondere. Interessantissima la scelta della copertina del film: uno yacht in bilico, ambientazione principale, con del fuoco in secondo piano – espressione della decadenza del concetto di perfezione – che lascia il posto a tempeste relazionali e sociali.


Curiosità: una delle attrici, Charlbi Dean, sudamericana, è morta all'età di soli 32 anni pochi mesi prima del rilascio del film per una malattia improvvisa.


Charlbi Dean ne "Il triangolo della tristezza"

La figlia oscura - Meggie Gyllenhaal


Questo film costituisce l'esordio alla regia di Meggie Gyllenhaal e l'adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di Elena Ferrante. Ambientato sulle spiagge greche, vediamo Leda Caruso (interpretata da Olivia Colman) cercare di rilassarsi davanti al mare. Si sa che in spiaggia tendiamo ad osservare i comportamenti degli altri: tutto è più ovattato e circoscritto a una realtà un po' onirica. Infatti Leda sarà "testimone" della scomparsa di una bambola della figlia di Nina (interpretata da Dakota Johnson) e da questo fatto concreto, la mente di Leda comincerà ad avere dei flashback oscuri sul suo passato da giovane madre, che l'ha portata a insicurezze non indifferenti e depressione.


Altro membro del cast e motivo in più per recuperare il film: Paul Mescall.



Olivia Colman e Dakota Johnson ne "La figlia oscura"


Sull'isola di Bergman - Mia Hansen Løve


Attraverso questa pellicola riconosciamo l'essenza più pura del metacinema: il background di due registi, Chris e Tony (interpretati da Vicky Krieps e Tim Roth), che si recano sull'isola baltica Fårö, quella che ispirò Ingmar Bergman, regista che indubbiamente ha fatto la storia del cinema. I due protagonisti, oltre ad essere due registi sono anche una coppia. Li vediamo insieme ma anche separati, nelle loro bolle alla ricerca di ispirazione, forse un'ispirazione un po' ammaccata dall'abitudine. Andare su un'isola sperduta dove regna la calma può essere un modo per ritrovare l'estro artistico...oppure per scappare dai dissidi interiori che però non scompaiono e costringono, prima o poi, ad affrontarli, ovunque ci si trovi.


Altro membro importante del cast: Mia Wasikowska, la quale interpreta l'attrice del presunto film che sta girando Chris.



Vicky Krieps ne "Sull'isola di Bergman"


È stata la mano di Dio - Paolo Sorrentino

Abbiamo iniziato all'italiana e finiamo all'italiana, con uno spaccato napoletano degli anni '80 con protagonista Fabietto Schisa, un diciassettenne che naviga in balia di una famiglia allargata e rumorosa. Sono gli anni di Maradona, di confusione adolescenziale e di inaspettati incidenti in cui Fabietto è pressato dal dover trovare il suo posto nel mondo. In questo sfondo color azzurro Napoli, le costanti sono due: la perdita collegata alla ricerca della propria felicità e il cinema.


Ce l'hai qualcosa da raccontare?

É questa la domanda con cui ci lascia Sorrentino, ricordandoci che anche se forse l'abbiamo scordato, potrebbe esserci un po' di Fabietto in ognuno di noi; soprattutto in quei momenti che ci fanno temere di non avere più niente da offrire al mondo di cui facciamo parte perché la realtà ci sembra scadente.





Filippo Scotti in "É stata la mano di Dio"


Insomma, tra critiche e riflessioni non indifferenti, buona estate e buona visione.



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Marcello! è una testata giornalistica dedicata ai veri cinefili. A tutti coloro che amano il buio della sala cinematografica, l'odore dei pop-corn e la magia del grande schermo. Insomma, a tutti coloro che non riuscirebbero a vivere senza la settima arte.   

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