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Immagine del redattorelivia caravello

Cinque buoni motivi per recuperare Cruella

Inutile girarci intorno: i live-action della Disney non ci convincono del tutto.


Sarà perché rimaniamo un po' delusi quando vengono apportate modifiche sostanziali alle sceneggiature originali. O perché le digitalizzazioni, più o meno ben fatte, talvolta risultano anche meno realistiche dei disegni di animazione (quando poi si mettono in scena animali parlanti l’effetto è un po’ cringe). Sarà perché ci siamo un po' disillusi e un po' arresi al fatto che questa febbrile produzione di live-action sia una vera e propria strategia commerciale a lungo termine che fa leva sulla nostalgia degli spettatori e sulla gloria passata degli Studios Disney.


Recentemente però, abbiamo recuperato un live-action che ha riacceso un po' di entusiasmo verso il genere: Cruella, che racconta della giovinezza della ben nota Crudelia De Mon, e di come sia diventata la cattivissima de La Carica dei 101 che tutti conosciamo. L’uscita del film, a maggio 2021, rimase un po' sottotono a causa delle restrizioni del primo periodo post pandemico, e la generale ripresa lenta che ebbe la frequentazione delle sale cinematografiche.

Se anche voi avevate perso questa uscita, vi consigliamo assolutamente di recuperarlo per almeno cinque buoni motivi. (è disponibile in vendita o noleggio su Amazon Prime)

Cruella - Disney
Cruella - Disney

1. La sceneggiatura di Cruella è originale e brillante

Cruella è il prequel de La Carica dei 101. Non si tratta quindi della trasposizione fedele del film originale in live-action, ma di una nuova sceneggiatura originale e brillante che mette in scena il definirsi delle relazioni tra i personaggi che conosciamo già. Lo spettatore compone via via un puzzle che funziona e che lo sfida piacevolmente ad un gioco di sliding doors e collegamenti di cause/effetto, piuttosto che a quello del riconoscere quanto una scena è stata trasposta fedelmente o diversamente, inevitabile in genere mentre si guarda un live-action.


Tuttavia, la sostanza del personaggio di Crudelia De Mon viene mantenuta con coerenza, rendendo riconoscibili gli elementi che lo caratterizzavano, e che nel corso della storia si definiscono sempre di più: la passione e il gusto per la moda (che non degenerano ancora nella malsana idea di fare pellicce di cane), l’eleganza e l’andatura sofisticata, la risata folle e la pessima attitudine alla guida.


Emma Stone (Cruella) e Joel Fry (Gaspare) in una scena del film
Emma Stone (Cruella) e Joel Fry (Gaspare) in una scena del film


2. L'atmosfera crime avvincente

Fin dall’inizio, la storia viene calata in una soffice atmosfera di mistero che ci tiene già dalle prime scene all’érta sul “c’è qualcosa sotto”. Man mano che si va avanti con la visione il groviglio dei fatti si infittisce fino a calarsi sulle note del genere crime, ondeggiando tra i toni del british murder mistery e quelli degli action movies a base di truffe e rapine. Insomma, nonostante le più di due ore di durata del film, decisamente non ci si annoia.



3. La recitazione di qualità

Emma Stone veste perfettamente i panni della giovane Crudelia de Mon, alternando in modo divertente e credibile le due anime del personaggio: quella di Estella, la giovane timida, promettente stilista determinata a lavorare duramente per realizzare il suo sogno di affermarsi nel mondo della moda; e la folle, sfrontata Cruella, talentuosa, eccentrica designer dall’identità misteriosa che irrompe sulla scena della moda londinese degli anno ’70, portando scompiglio e caos agli eventi della stagione a ritmo di musica rock.


Da contraltare, il personaggio della Baronessa Von Hellman, interpretato in modo elegante da Emma Thompson: la regina indiscussa dello status quo dell’epoca in fatto di stile, propone abiti dalle linee classiche che guardano comunque ad una certa creatività sofisticata, ispirata all’alta moda degli anni ’50 e ‘60. La sua azienda di moda è un impero, e le sue feste in occasione delle sfilate una ricorrenza iconica a cui nessun fashion addicted che si rispetti potrebbe mancare.


Emma Thompson (La Baronessa) e Emma Stone (Cruella) in una scena del film
Emma Thompson (La Baronessa) e Emma Stone (Cruella) in una scena del film

La Baronessa è inizialmente mentore di Estella, che per un incidente fortuito riesce a farle apprezzare il suo talento e viene assunta nel suo impero della moda. Tra le due attici si innesca una divertente schermaglia che ci ricorda inevitabilmente le dinamiche tra Meryl Streep e Anne Hathaway ne Il Diavolo veste Prada. Fin quando le vicende porteranno la giovane apprendista a dichiarare alla Baronessa una guerra all’ultimo colpo di scena per sottrarle l’egemonia stilistica sulla scena di Londra, sdoppiandosi nella spregiudicata Cruella.


4. I costumi pazzeschi

La storia ha come sfondo la scena della moda londinese degli anni ’70, tra atelier, laboratori sartoriali, lo storico Liberty e le feste per celebrare le sfilate: non potevamo che assistere ad un susseguirsi di cambi d’abito travolgenti. E gli abiti in questione sono una meraviglia!


tre dei 47 look di Cruella
tre dei 47 look di Cruella

Cruella nel film ha 47 look diversi, dietro la realizzazione dei quali c’è il grandissimo lavoro di ricerca della costumista Jenny Beavan, che crea per Emma Stone uno stile punk rock eccentrico ma allo stesso tempo sofisticato, che sostiene perfettamente lo storytelling per il personaggio di Cruella, ispirandosi a Vivienne Westwood e Alexander McQueen, e facendo scouting per la realizzazione degli outfit nelle piccole boutique vintage londinesi e nello storico mercato di Portobello. Come racconta la Beavan in un’intervista a Vogue.


L’outfit della scena in cui Cruella appare in piedi sopra l’auto della Baronessa ricoprendola con un’immensa gonna fatta di petali di tessuto rosso è semplicemente strepitoso. Sembra che la gonna sia stata realizzata con più di 5000 petali cuciti a mano.

Per Cruella, Beavan si aggiudica il suo terzo oscar per i migliori costumi, dopo Camera con vista (1987) e Mad Max: Fury Road (2016): meritatissimo.


I petali della gonna di Cruella sono stati cuciti a mano
I petali della gonna di Cruella sono stati cuciti a mano

5. Le vibes rock della Londra anni '70

A coronare il mix di elementi vincenti del film, ultimo ma non per importanza, la colonna sonora: un’esplosione di ribellione ed energia che, oltre a contestualizzare perfettamente il momento storico in cui ci troviamo, sostiene in modo efficace e coerente il personaggio di Cruella e la sua evoluzione nel corso del film. Oltre alla canzone di punta del film Call me Cruella, scritta e interpretata da Florence +The Machine, non mancano alcune pietre miliari della musica britannica, dai Rolling Stones, She’s like a rainbow, ai Clash, Should I stay or should I go; accanto a icone della musica anni ’60 e ‘70 come One way or another di Blondie e Feeling good di Nina Simone.


Partecipano al film anche i Maneskin, con il debutto al doppiaggio della bassista Victoria, che presta la sua voce ad Anita Darling, e del frontman Damiano che interpreta Jeffrey, l’assistente della Baronessa, oltre ad esibirsi, nella voce di Aritie (il proprietario di un negozio di abbigliamento vintage a Portobello Road), in alcuni passi di I Wanna Be Your Dog degli Stooges, brano che Artie interpreta durante una sfilata. (Guarda l'intervista)


La sound-track è composta da 26 brani, ed è stata curata da Nicholas Britell, noto compositore e pianista statunitense (candidato all’Oscar e ai Golden Globe per Moonlight nel 2016 e Se la strada potesse parlare nel 2019). L’intero album è stato registrato usando l’attrezzatura vintage e il nastro analogico agli Abbey Road e agli AIR Studios di Londra.


Quindi, vi abbiamo convinto?

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