Civil War: lo scenario profetico di un'America da incubo
Da quando ha iniziato a dirigere film, ormai quasi 10 anni fa, Alex Garland non ha mai sbagliato un colpo. Passando per gli acclamati e insoliti film di fantascienza, Ex machina (2015) e Annientamento (2018), fino all'inquietante ed enigmatico horror movie Man (2022), Garland, giunto al suo quarto film, è ormai una garanzia di autorialità e successo, e ogni occasione è buona per non lasciarsi scappare un suo film, incluso quest'ultimo: Civil War. In occasione della sua uscita in sala il 18 aprile, ecco la recensione di Marcello! Buona lettura!
Civil War: trama
Una guerra civile devastante è scoppiata negli odierni Stati Uniti. Una troupe di reporter e fotografi di guerra, decisi a raggiungere Washington per intervistare il Presidente, affronta un viaggio on the road tra mille pericoli e avversità, per documentare l'orrore in atto, a caccia dello scatto migliore
Un' America sull'orlo del baratro
Garland non ha peli sulla lingua e non risparmia nessun accusa: l'America (distopica?) rappresentata in questa pellicola è quella post trumpiana, l'America che sarebbe potuta diventare dopo l'assalto al Capitol Hill del 6 gennaio 2021, un'America in piena insurrezione e sull'orlo del baratro, che salvaguardia il benessere di coloro che sono "veri Americani" e che non guarda in faccia nessun altro. Garland genera un film politico in tutti i sensi, che punta dichiaratamente il dito contro le storture dell'America che è e che viene, ma anche verso qualunque tipo di conflitto armato. L'America delle armi, dei pistoleri facili e delle aggressioni razziali, l'America divisa tra violenze e sopraffazioni, questa è l'America di Garland, questo è il ritratto dell'America di oggi, non più quella alienata ritratta da Robert Altman, ma un'America rabbiosa e in pieno fermento: un macabro presente che può facilmente degenerare in un possibile e inquietante futuro.
Attori e azione straordinarie
Kirsten Dunst, giunta alla maturità con gli anni e l'esperienza, racchiude l'anima del film insieme alla giovanissima Cailee Spaeny, due coprotagoniste bravissime e contrapposte, l'una cinica e disillusa, l'altra giovane e inesperta, ma pronta a gettarsi nella mischia. Grandi spari e grande azione sono poi il perno centrale della pellicola, la cui buona riuscita dipende per metà dall'incredibile sonoro e dall'importanza della colonna sonora, soprattutto nella scelta dei brani, che cozzano terribilmente con le violente immagini mostrate. La guerra si vive direttamente sul campo, e i crimini commessi in nome di essa sono uguali in tutto l'emisfero. Civil War ricorda a tutti quanto i conflitti odierni non siano solo una parentesi momentanea, ma specchio della realtà contemporanea, pericolosamente vicini a noi e lontani, purtroppo, dall'essere risolti.
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