Club Zero: alimentazione, controllo e disagio giovanile
In occasione della 18° edizione della Festa del Cinema di Roma, in programma dal 18 al 28 ottobre, Marcello propone una serie di recensioni sui migliori film in concorso e fuori concorso.
Club Zero: trama
Un'insegnante (Mia Wasikowska) in una prestigiosa scuola dell'alta società austriaca insegna ad un gruppo di ragazzi il metodo dell' "alimentazione consapevole", che prevede di mangiare il meno possibile per sentirsi più forti e, in qualche modo, sovrumani. Tale metodo comporterà a preoccupanti conseguenze fisiche, così come l'obiezione di numerosi genitori, ma sarà orami troppo tardi...
Un'educazione maniacale... per cambiare il mondo
Con una regia studiata e meticolosa, Jessica Hausner con Club Zero mette in scena un film fortemente incentrato sul controllo e sulla manipolazione di menti fragili e sensibili come quelle degli adolescenti, protagonisti di un periodo problematico e fortemente ricco di cambiamenti della loro vita. Al centro di tutto, la fissazione del mangiare sano e dell'alimentazione regolare, i giovani e il proprio corpo, ma anche la possibilità di cambiare il mondo con le proprie convinzioni. Convinzioni, però, minate da un'educazione maniacale che impone ideali utopistici e che mina la salute mentale e fisica dell'individuo, soprattutto se è un adolescente, impegnato in una continua battaglia per accertarsi e farsi accettare. Un film, anche, che punta il dito sulla cecità e la stupidità di certi genitori (la ricca borghesia) incapaci di prevenire il pericolo e di curarsi dei propri figli, convinti che il massimo dell'amore e dell'affetto sia garantire loro un'educazione prestigiosa e di classe. Educarli al meglio sì, capirli e dialogare con loro anche meno. Un film crudo e spiazzante su una problematica spesso inascoltata ed allontanata dal sentire comune, uno sguardo lucido e tagliente sulla realtà giovanile, sulle ossessioni quotidiane degli adolescenti e sul loro desidero di essere semplicemente amati e capiti.
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