Ernesto, la rivoluzione intima e sociale di un adolescente
- Tommaso Di Pierro
- 25 giu 2023
- Tempo di lettura: 2 min
Dal romanzo postumo di Umberto Saba, uno dei film più squisitamente pregni di erotismo e di desiderio di libertà del regista Salvatore Samperi.
Ernesto, quando l'attrazione diventa trasgressione

Nella Trieste dell'Impero austro-ungarico di inizio Novecento, il giovane Ernesto, orfano di padre e impiegato presso un industriale ungherese, sperimenta le prime esperienze omoerotiche, dapprima con un facchino e successivamente con una coppia di gemelli facoltosi, scoprendo le gioie che derivano dal sesso così come tutte le implicazioni che comporta l'essere omosessuali nella società giudicante dell'epoca, una società che non permette il coming out sessuale, né tantomeno quello artistico (Ernesto desidera diventare un concertista), un ambiente repressivo in cui passioni e aspirazioni devono essere tenute nascoste agli occhi dei borghesi, per non turbarne gli animi, e ognuno è rinchiuso nella propria gabbia di moralismo che non permette vie d'uscita.
Una rivoluzione mancata

Quella di Ernesto appare un'autentica rivoluzione, non solo sessuale, ma anche sociale, la lotta di un adolescente che non vuole sottostare a nessuno e che aspira a costruirsi un futuro degno di lui, lontano da padroni sfruttatori e avidi, in profonda sintonia con le sue velleità artistiche e con il desiderio di perseguire il suo piacere. Rivoluzione, tuttavia, che Ernesto mancherà di attuare completamente e che sancirà invece la vittoria dei valori borghesi ed elitari su quelli socialisti e riformisti che Ernesto coltivava. Ernesto, quindi, almeno in questo adattamento, ha fallito scontrandosi con la realtà dei fatti. Forse c'erano poche speranze di riuscirci, forse Ernesto si è solo arreso e adattato alle circostanze, o forse ha compreso quanto per il suo tempo sia ancora inattuabile una rivoluzione di questa portata. Come sempre è a noi spettatori che tocca il compito di farci la nostra idea, grazie anche a quell'ultimo, importantissimo sguardo finale, che Ernesto, guardando fisso in macchina, concede al suo pubblico.
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