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Il sol dell'avvenire: un omaggio alla speranza per il futuro

Aggiornamento: 22 lug 2023


Il nuovo film tanto atteso dagli amanti del cinema di Nanni Moretti ci fa riflettere su diverse questioni, ma anche ridere e commuovere allo stesso tempo. Il sol dell'avvenire è uscito nelle sale ad aprile di quest'anno e tratta di un fatto storico forse lasciato un po' in sordina, ma molto interessante: la rivoluzione ungherese del 1956. Questo argomento è inserito all'interno di una cornice meta-cinematografica perché i protagonisti sono Giovanni, interpretato dallo stesso Nanni, in qualità di regista di un film dedicato a questo avvenimento, e sua moglie Paola, interpretata da Margherita Buy, produttrice dello stesso film.


Giovanni e Paola, "Il sol dell'avvenire" (2023)

La trama come strumento di riflessione


Nel film che sta girando Giovanni, ambientato negli anni '50, gli attori lavorano in un tendone da circo e si vedono al centro delle rivoluzioni storiche di quel periodo. Difatti fanno tutti parte del Partito Comunista italiano e sostengono la rivolta ungherese contro l'intervento armato sovietico. Nel frattempo Giovanni e Paola, presi dal lavoro, si dimenticano un po' di loro stessi, o meglio, Giovanni, che vive nel suo mondo, non si accorge che non riesce più a condividerlo come vorrebbe sua moglie. Sarà proprio lei a voler dare priorità alle sue sensazioni e parlarne con uno psicologo. I due hanno anche una figlia, la quale collabora al film di suo padre nell'aspetto musicale.


Il tendone da circo del film di Giovanni, "Il sol dell'avvenire" (2023)

Un episodio di critica


La scena in cui la moglie Paola è sul set delle riprese di un altro film che produce mette in gioco due personaggi, di cui uno è la vittima e l'altro il carnefice. Giovanni in questo contesto non c'entrerebbe nulla, ma ci tiene lo stesso a dire la sua e si intromette proprio durante un ciak, rivolgendosi al regista dicendo:


Il problema è che tu ami a questa violenza. È adrenalina. È una violenza senza peso.

È proprio qui che Nanni critica alcune tipologie di film in cui il tema della violenza è confuso con l'intrattenimento. Dovrebbe essere rappresentata come qualcosa di veramente crudo, da non istigare a riprodurlo, mentre spesso è visto come motivo di difesa dei personaggi stessi di un film che ne abusano.


Insomma, nell'ingannevole confusione, nel rumore di questo film c'è da concentrarsi sulla riflessione che ne scaturisce: spesso la nostra società ci rende vittime di un sistema nel quale probabilmente nemmeno noi stessi vorremmo rientrare, ma veniamo trascinati in un vortice "perché è così che funziona".


Nanni implicitamente critica il cinema di oggi, le produzioni scadenti e che si adattano al mercato. Giovanni invece dice "no" e fa di testa sua, rimanendo ancorato all'idea semplice e pura di voler "raccontare qualcosa".


Non è tutto perduto


Nonostante il suo tono apparentemente cinico e insensibile, come quello dello stesso Nanni, Giovanni è il primo fra tutti a curarsi delle cose che gli stanno intorno e ad essere legato alla purezza dell'amore e dell'atto del raccontare e tramandare emozioni forti ai posteri.

Anche se ci sono questioni del mondo che non si possono capire, è importante gioire ed essere grati per ciò che si ha, ognuno a modo proprio: Paola riscoprendo se stessa, Giovanni cantando e ballando e avendo un suo modo particolare di esprimere ciò che sente e Emma trovando un amore inaspettato per tutti. Ognuno dei personaggi contribuisce a donare luce per quello che ne verrà e se si è uniti è ancora meglio.


Ah, e ricordate che se volete fare un provino per un film di Giovanni, non dovete indossare i sabot per nulla al mondo! Andate a recuperare il film per scoprire perché.


Tutto il set che balla, "Il sol dell'avvenire" (2023)

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Marcello! è una testata giornalistica dedicata ai veri cinefili. A tutti coloro che amano il buio della sala cinematografica, l'odore dei pop-corn e la magia del grande schermo. Insomma, a tutti coloro che non riuscirebbero a vivere senza la settima arte.   

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