Joaquin Phoenix è il nuovo Joker: un’interpretazione trascinante e magistrale
“Siamo come nani assisi sulle spalle di giganti, cosicché possiamo vedere più cose e più lontano di loro, non perché abbiamo una vista più acuta o una determinata particolarità fisiologica, ma poiché siamo sollevati più in alto dalla loro estrema saggezza”.
E se il filosofo Charles Bernard Renouvier, nel 1100, rassicurava i pensatori moderni dicendo loro di poter comunque progredire nella via del sapere ed evolversi intellettualmente in virtù dei grandi del passato, Todd Phillips nel 2019 decide di salire sulle spalle dei giganti del cinema, facendo risaltare una società sofferente e dominata dal conflitto, focalizzandosi su quello che è uno dei punti cardine della nostra collettività: il disagio della condizione umana.
La città di Gotham del 1981 si maschera da protagonista aggiunto, assumendo tratti verosimili alla grande mela, descrivendone una frenetica e brutale realtà che ognuno di noi vive: una società in cui la morale sociale e la coscienza collettiva contano sempre meno, finendo così per incentivare di comportamenti di dubbia moralità.
Chi è il Joker quindi?
Arthur Fleck è un aspirante cabarettista di scarso successo. Mentre sua madre condivide le giornate con una malattia invadente, Arthur è costrettto a lavorare come pagliaccio a scopo pubblicitario per permettersi di finanziare le cure della madre. La compagnia con cui si guadagna da vivere ci lancia un messaggio chiaro: “the show must go on” qualunque cosa accada.
Emarginato e tradito da una società colpevole di non fare abbastanza, di non fornire sufficienti dati alla sua mente per elaborare un’immagine identitaria della sua persona, Arthur, nel tentativo di ribellarsi a questa sua esistenza si accorge di esistere, dando il via ad una serie di eventi che lo faranno diventare una delle menti criminali più contorte della città.
” La parte peggiore di avere una malattia mentale è che gli altri si aspettano che tu ti comporti come se non ce l’ avessi.”
Perché la malattia mentale ci fa paura?
La malattia mentale è percepita come una condizione che emargina ed esclude. Ed è proprio per questo motivo che ne siamo tremendamente spaventati. L’universo di chi ne soffre è un universo alterato dalla propria patologia.
Arthur è vittima e carnefice di se stesso, soffre, si dispera, accetta e condivide la malattia. Danza sulle note musicali della sua follia ed è forse questo che più ci affascina di lui. Andare oltre ogni umana concezione, oltre quelle le norme relazionali che ci vietano di fare, o meglio, di essere.
“Ho sempre pensato alla mia vita come una tragedia, adesso vedo che è una commedia.”
Joaquin Phoenix: un’interpretazione trascinante e magistrale.
Raramente mi sono imbattuto in attori così capaci da stimolare un senso di empatia nello spettatore. Perde 25 kg di peso corporeo, non si ispira a nessun Joker antecedente, preferisce prepararsi per conto suo; sale però sulle spalle di Heath Leadger e Jack Nicholson.
E’ spesso di cattivo umore, sempre affamato e abbastanza debole, si accorge però che senza tutto quel peso addosso di essere molto più fluido. Ci sono momenti in cui danza così leggero che sembra sollevarsi dalla tristezza del mondo in cui vive.
Insomma, un Joker a dir poco incredibile.
Regia di Todd Phillips Interpreti Joaquin Phoenix, Robert De Niro, Zazie Beetz, Frances Conroy, Marc Maron Durata 122 minuti.
Comments