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La Casa de Papel parte 5: siamo alla fine alla corsa?

Alle 12:30 IST del 3 settembre, sembrava che tutti stessero freneticamente aggiornando la loro pagina web o applicazione Netflix alla ricerca dell’iconica maschera di Salvador Dalì che avrebbe finalmente rivelato la nuova e ultima stagione de La Casa De Papel.

La quarta parte della serie crime-drama ci ha lasciato in un frustrante cliffhanger, che sembra essere un’abitudine implacabile degli scrittori de La Casa De Papel . L’ex ispettore Alicia Sierra (Najwa Nimri) si è infiltrata nel nascondiglio del Professore (Álvaro Morte) e l’ha tenuto sotto tiro. Nel frattempo, le forze armate sono pronte a prendere d’assalto la Zecca Reale di Spagna.

Nella quinta parte, Sierra ha tutte le probabilità a suo favore mentre gioca a fare l’ispettrice cattiva con il Professore controllare le mosse dei sui uomini dalle tute rosse o semplicemente facendolo penzolare da una catena sopra l’acqua della fogna. Nel frattempo, in banca, un ribollente Arturo (Enrique Arce) ha intenzione di affrontare Denver (Jaime Lorente) e Stoccolma (Esther Acebo) con una violenta e folle presa di potere. Fuori, l’esasperante colonnello Luis Tamayo (Fernando Cayo) assume il ruolo del nuovo comandate pronto a giocarsi il tutto per tutto (giocando sul filo dell’eticità) per porre fine alla seconda rapina della banda.

Frame de La casa di carta

Mentre si alza la posta in gioco, e l’hype per la nuova stagione è alle stelle, gli attori e il creatore Álex Pina si assicurano di affrontare discretamente le nuove sfide che li attendono.

Sierra, che era stata rimossa dal suo incarico alla fine della stagione precedente, sembra avere tutte le chances per ribaltare le sorti della partita del professore. Tradita dai suoi colleghi, sconvolta e rabbiosa, Nimri riesce a sorprenderci con un’interpretazione ….

Ursula Corbero, dal suo lato, continua a darci più Tokyo. Tutti noi adoriamo Tokyo per la sua rabbia e per il suo spirito di squadra, tuttavia, impariamo ad amare anche Silene (il suo vero nome) quando vengono rivelate informazioni in più sul suo passato. Soffermarsi su scene di flashback può effettivamente essere da un lato uno stratagemma per farci affezionare maggiormente al personaggio, dall’altro lato può essere una distrazione notevole e, sinceramente, allunga un po’ il brodo.

Per quanto riguarda la natura yin-yang del Professore non c’è molto altro da aggiungere rispetto alle puntate precedenti. Il suo autocontrollo – sovrumano quando Sierra gli spara al piede – e la calma interiore rimangono i suoi punti di forza. Insomma, tutta fa pensare ad una fotocopia delle prime stagioni in cui in un primo momento sembrava che tutto crollasse a pezzi, per poi rimanere a bocca aperta guardando il professore risolvere tutto.

Uno degli archi narrativi più significativi della serie, tuttavia, è quello della transessuale Julia (Belén Cuesta). Scopriamo piano piano le sue origini e il suo dilemma in una piccola città di paese. Julia,che in vita sua ha soltanto commesso un pio di furtarelli, sembra cavarsela bene durante l’assedio dell’esercito facendo il possibile per proteggere le persone che ama. Mentre Tokyo è il narratore fuori campo della serie, Julia è la voce dell’amore e della ragione; un contrasto che sembra funzionare anche nei momenti più difficili senza mai risultare forzato.

La quinta parte fa lo slalom tra le ambientazioni della rapina e il e neo-sposo Berlino (Pedro Alonso) che recluta suo figlio Rafael (Patrick Criado), un esperto di sicurezza informatica. Il trentunenne allievo del MIT è coinvolto suo malgrado nella vita criminale di suo padre e, in alcune circostanze, si dimostra un formidabile compagno di Berlino in stile Lupin. Rafael , seppur contrario alla morale truffaldina del padre, desidera ardentemente l’amore e l’approvazione di Berlino, diventando a tutti gli effetti membro della banda. 


Insomma:

La casa de papel rimane fedele al suo formato e, proprio come accadeva durante il primo colpo, non mancano i colpi di scena che vi faranno rimanere a bocca aperta. Se avete seguito lo show dall’inizio conoscete sicuramente questa sensazione. La prevedibilità non ha mai frenato questa serie e, fortunatamente, non accade neanche nella nuova stagione lasciandoci perplessi ad ogni finale.

Non c’è mai stata una chiara definizione di buono e cattivo quando si tratta dei personaggi dello show, e mentre continuano a sbagliare, a volte ripetendo i loro vecchi errori, non li perdiamo mai di vista come esseri umani. In termini di colonna sonora della serie, un ulteriore punto di forza è l’uso sorprendente della canzone Friday, I’m in love dei The Cure del 1992 in una delle scene.

Durante i primi tre episodi, la serie costruisce un ritmo abbastanza veloce da tenervi incollati alla sedia e con solo cinque episodi rilasciati nella prima parte, è quasi come se i creatori volessero attirarvi ad abbuffarvi per la stagione completa e farvi aspettare il grande finale in arrivo a dicembre.

Considerando l’accumulo di hype che riescono a generare i primi tre episodi, ci si aspetta che gli ultimi due abbiano un impatto maggiore ed effettivamente ci si aspetta che qualcuno dei personaggi importanti ci lasci le penne. La guerra è iniziata con il dispiegamento dell’esercito e anche se la banda va a tutto spiano, c’è sempre un danno collaterale che aspetta di accadere. Tutto quello che posso dire, senza dare alcuno spoiler, è che La casa de papel è tornata con più colpi di scena e momenti adrenalinici più entusiasmanti che mai.

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Marcello! è una testata giornalistica dedicata ai veri cinefili. A tutti coloro che amano il buio della sala cinematografica, l'odore dei pop-corn e la magia del grande schermo. Insomma, a tutti coloro che non riuscirebbero a vivere senza la settima arte.   

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