La mafia non è più quella di una volta: la recensione del film documentario di Franco Maresco.
Di Fabio Tramontin
Nel 2017, a 25 anni dalla morte di Falcone e Borsellino, Franco Maresco decise di interrogarsi sul significato della memoria, e sul modo di celebrarla. All’inizio del film, gli occhi sono i suoi, quando nei primi venti, terrificanti minuti, gira per le strade di Palermo chiedendo ai suoi concittadini se il ricordo di quel giorno abbia mantenuto per loro un qualche significato. E raccogliendo solo sguardi rabbiosi, sfottò, minacce.
Poi gli occhi diventano quelli di Letizia Battaglia, fotografa oggi ottantenne, che testimoniò con le sue immagini le guerre di mafia. E contemporaneamente quelli di Ciccio Mira, il losco e grottesco impresario di Belluscone-Una storia siciliana (2014), che torna a essere protagonista con i suoi improbabili eventi neomelodici.
Presentato e premiato quest’anno a Venezia, il film documentario si interroga sul senso della memoria nella città dove furono assassinati i due giudici. E il regista, dichiaratamente scettico, sceglie due punti di vista opposti: quello della fotografa, che festeggia commossa la sentenza sulla trattativa Stato-Mafia; e quelli dell’impresario, arrestato a suo tempo per concorso in associazione mafiosa, e che oggi decide a sorpresa di organizzare un evento neomelodico nel quartiere Zen, dedicato ai due giudici.Senza mai dichiarare, però, il No alla mafia.
Sollecitati dalla voce narrante dell’autore (incalzante, ironica , mai gridata) i protagonisti rivelano a sé stessi ,e allo spettatore, che “una volta” i sentimenti erano diversi: diversa la mafia, diversa e più convinta la resistenza, così come più chiara la collusione.
E’ indubbio che Maresco si faccia intrigare più dall’ignoranza sfacciata di Ciccio Mira che dalla partecipazione energica di Letizia Battaglia. E forse perde il filo quando si mette a raccontare dei protagonisti delle serate evento di Ciccio: l’istinto del Cinico TV non tradisce.
Eppure non si smette mai di riflettere, di porsi domande, di cercare difficili risposte. Tra la commozione che ispira Letizia Battaglia, e i sorrisi che strappa Ciccio Mira, anche il fumetto di chiusura incentrato sul Presidente Mattarella si accetta con apparente leggerezza e reale sconcerto. Bellissimo.
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