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La Vérité di Hirokazu Kore-eda: Vietato ai minori di 80 anni

“Ma quanto è bella la Deneuve nonostante tutti i suoi anni!”

“E non si è nemmeno rifatta le labbra!”

Mia Zia Maria, 85 anni, seduta sotto il suo plaid a quadri, tazza di thè in mano, ha apprezzato molto questo film.

Ma, a mio avviso, nessuno sotto gli 80 anni dovrebbe vedere questo film fino alla fine. Una commedia insipida – a tratti fastidiosa – modellata sulle due portentose attrici che qui salgono sul loro piedistallo. Un’operazione furba quella di Hirokazu Kore-eda che ha capito bene l’orgoglio francese: tante immagini di Parigi, tante citazione filmiche, una spruzzata di sentimentalismo. Il gioco è fatto: ecco un film perfetto per i cugini cisalpini e per il primo canale Rai.

Nonnine di tutto il mondo sfregatevi le mani: allora erano belle, adesso sono grinzose anche loro!

Se, come me, amate la Catherine Deneuve de il “Vizio e la Virtù”, di “Bella di giorno”, di “Tristana”, dell’”Ultimo metrò” e, ancora, di “Dance in the dark”, o persino di “Dio esiste e vive a Bruxelles”… questo film è inutile.

E’ certo che il regista Hirokazu Kore’eda ha realizzato pellicole di pregio come “Affari di famiglia“. C’è da chiedersi se sia la stessa persona.

Nonostante la sconfinata noia di questa commedie per signora, sono sorpreso di leggere molte critiche favorevoli. Non sarà che mi sbaglio io?

Il cineocchio – Teresa Scarale

La vérité – La verità | La recensione del film di Hirokazu Kore’eda (Venezia 76)

Le premesse sembrerebbero dunque quelle di un dramma familiare dei più retrivi. Ma non è così. Il film è una commedia sagace e la performance di sua maestà Catherine strappa risate a più riprese fra il pubblico veneziano. Mai forse la platea avrebbe pensato di trovare “simpatica” una diva come la 75enne Deneuve, ma l’unghia della leonessa fa sentire la sua presa e lo spettatore gliene è grato. La leopardata Fabienne / Catherine è sovrana de La vérité – La verità dal primo all’ultimo fotogramma.

In sintesi: intrigante

La Scimmiapensa – Marta Zoe Poretti

Venezia 76: Le verità di Kore-eda Hirokazu, la recensione

Dopo Ritratto di famiglia con tempesta e Un affare di famiglia, che restano forse i suoi film di riferimento, l’immaginario e il cinema di Kore-eda restano dominati dalle variazioni sul tema dei legami familiari. Con Le Verità, suo primo film di produzione francese, il regista sembra anche porgere un omaggio alla Nouvelle Vague, e la gloriosa tradizione della commedia brillante. Il risultato è un film di impostazione smaccatamente teatrale, che si svolge praticamente solo in interni, fondato sulla sceneggiatura e su una successione serrata di dialoghi folgoranti.

In sintesi: carino

Esquire – Gabriele Niola

Venezia76 dunque apre con un film non eccezionale, molto ben realizzato ma incredibilmente spuntato visto il suo autore, una piccola celebrazione quieta della vita di una grandissima diva della recitazione nella cui esistenza la verità è sempre inconoscibile, perché lei gli ha sempre preferito la recitazione dei sentimenti in modo da dare la migliore immagine possibile di sé.

In sintesi: stroncato

Regia di Kore’eda Hirokazu. Con Catherine Deneuve, Juliette Binoche, Ethan Hawke, Clémentine Grenier, Manon Clavel. Durata 107 minuti.

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