Lontano da qui: la recensione
Di Fabio Tramonin
Lisa Spinelli (Maggie Gyllenhaal) è una educatrice che lavora in un giardino di infanzia. Appassionata di poesia, si deve occupare di bambini molto piccoli, laddove il suo sogno è comunicare la sua passione a studenti più grandi, in grado di comprendere e condividere.
Un giorno, il suo lavoro le riserva una inattesa sorpresa: un bambino indiano di 5 anni, ignorato a sua volta dai genitori separati, rivela uno straordinario talento poetico. Compone versi in modo assolutamente intuitivo e imprevedibile. Non sa ancora scrivere, quindi sono destinati a perdersi per sempre.
Lisa raccoglie quello che per lei è straordinario dono, dedicandosi interamente a valorizzare il talento del bambino. In un primo momento nei limiti dalla sua professione; poi, quando si renderà conto che nessuno è realmente interessato alle eccezionali doti del piccolo, si spingerà ben oltre, fino a prendere una decisione apparentemente innocua, ma che si rivelerà drammatica attraverso un autentico colpo di scena nel finale
Giudizio: Da vedere assolutamente.
Scena culminante: il pianto di Lisa in classe quando Jimmy viene trasferito dal padre in un’altra scuola
Cosa mi ha colpito: si può raccontare una storia intima senza mai perdere di vista la progressione della vicenda, fino al thrilling finale.
La trama
The Kindergarten Teacher (tradotto dai distributori italiani “Lontano da qui“, chissà perché) è l’adattamento che Sara Colangelo ha realizzato partendo da un lungometraggio israeliano, Haganenet di Nagav Lapid.
E’ la storia di una donna annoiata e disillusa, consapevole dei limiti della propria creatività, che ha sempre vissuto , per dirla con la protagonista, “come un’ombra”. La passione per la poesia, e l’arte in genere, è per lei ricerca di identità : il suo modo per sentirsi diversa e migliore del marito, attratto solo dallo sport; e dei figli adolescenti, che si staccano dallo smartphone solo per farsi uno spinello.
Le comparsa del piccolo Jimmy costituisce la vera occasione di riscatto: preservare e far emergere le straordinarie capacità del bambino. Ma lo farà soprattutto per sé stessa, per entrare nella comunità degli eletti, e godere di un successo personale attraverso i versi di Jimmy.
Senza comprendere fino in fondo le esigenze di un bimbo di 5 anni; che invece, sorprendentemente, si ribellerà.
Ma la regista Sara Colangelo non si limita a raccontare l’involuzione interiore di Lisa. Pur descrivendone limiti e incapacità, non può fare a meno di provare affetto per una donna che tiene accesa la fiammella della passione per l’arte. A dispetto del disinteresse dei genitori di Jimmy; dell’immaturità della baby sitter; della superficialità delle colleghe della scuola.
Non ne esce bene neanche l’insegnante della scuola di poesia (Gael Garcia Bernal nella foto qui accanto) che lei frequenta , tanto fascinoso quanto limitato; e sospettato di essere lì solo per portarsi a letto le studentesse più avvenenti.
Insomma, pur con tutti i suoi limiti e gli errori, la figura di Lisa emerge con forza drammatica e luminosa in un mondo sempre più impermeabile all’arte, alla creatività, alla cultura.
Straordinaria Maggie Gyllenhaal.
Comments