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Malcom & Marie: la recensione di un film supponente che cerca a tutti i costi di essere “i

Film Netlix creato da Sam Levinson, uno degli sceneggiatori e regista del celebre film Euphoria che grazie a Netflix questa volta ha potuto avere carta bianca per esprimersi senza limiti. Il risultato è un film monotono, stereotipato e ingenuo. Ma andiamo con ordine.

Malcom & Marie è un film uscito per la piattaforma di streaming Netflix, nonchè il primo film ad essere stato completato dopo lo scoppio della pandemia, interpretato da Zendaya e John Whashington (la loro interpretazione forse è l’unica nota positiva del film).

Le opinioni e le critiche nate sul web dopo una campagna marketing aggressiva sono piuttosto forti e contrastanti: alcuni lo elogiano come film autoriale e profondo, altri pensano che Levinson non sia stato all’altezza dell’hype suscitato dai vari trailer sui social, trovando il film superficiale e monotono. Personalmente sono del secondo parere.

Nelle varie critiche Malcom & Marie è stato paragonato al film Carnage di Roman Polansky, non solo per il suo setting dall’impianto tipicamente teatrale, in cui un gruppo di pochi attori porta avanti una narrazione in un unico ambiente, ma anche perchè come avviene in Carnage, avviene una sorta di carneficina verbale tra i protagonisti che litigano per quasi due ore: la storia di Malcom & Marie.

Lui un regista di successo, lei un’attrice, entrambi afroamericani di ritorno da una serata di premiére cinematografica. Malcom euforico ed esaltato per il successo del suo film in sala, mentre Marie sembra contrariata. Immediatamente infatti scopriamo che Malcom si è dimenticato di ringraziare sua moglie durante in ringraziamenti in sala, ferendola profondamente. Ecco la scintilla che darà inizio ad una lite che durerà quasi tutta la notte, tratteggiando le personalità dei due protagonisti attraverso le ragioni sostenute nello scontro dall’uno e dall’altra, inserendo svariati argomenti riguardanti la critica cinematografica, il cinema come industria e come arte, dinamiche di potere e razzismo. L’idea originale della sceneggiatura nasce infatti da una vera esperienza del regista Levinson, decidendo di romanzare e drammatizzare nel suo film una lite avvenuta nella realtà con sua moglie che ebbe con sua moglie quando alla premiére del suo film Assassination Nation ringraziò tutti dimenticandosi di ringraziare la compagna, nonchè produttrice della sua nuova pellicola.

Frame del film Malcom & Marie

Il risultato è un film su una coppia dal rapporto altamente disfunzionale e una quasi totale assenza di giudizio critico su questo tipo di relazione incarnata dai personaggi.

Sembra un film pseudo indipendente tanto per far dimostrare che Levinson è un autore impegnato nella ricerca artistica, un regista intimo e profondo. In realtà sembra semplicemente uno sfogo di due ore, confuso e fittizio. Sembra quasi che Levinson decida di scagliarsi -urlando letteralmente attraverso Malcom- contro l’industria cinematografica difendendo il suo lavoro come concetto artistico, citando film autorevoli dimostrando -solo a se stesso- di conoscere perfettamente il vero cinema d’autore, atteggiandosi da artista incompreso. Nulla viene argomentato o approfondito. Il flusso di coscienza dei due protagonisti è totalmente superficiale, risultando banale e noioso. Il monologo infuocato di Malcom in veranda verso la metà del film più che un grido di giustizia sembra semplicemente un thread di Facebook scritto interamente in maiuscolo. Il risultato è una sceneggiatura estremamente ingenua.

Levinson vuole a tutti i costi creare un’opera indie anche attraverso di un bianco e nero digitale e patinato, inutile ai fini della narrazione e non giustificato.

I film autoriali di un certo livello sono altri. Non nascono con la pretesa di essere arte, ma semplicemente lo diventano grazie alla loro genialità e spontaneità. Nel già citato Carnage per esempio, la tensione crescente e il climax verso un finale sorprendente in cui viene esaltata la nevrosi dei personaggi senza schierarsi con nessuno di essi lo rendono un film unico nel suo genere. In Malcom & Marie non c’è alcun crescendo. Il film è piatto. Nel finale forse un briciolo di suspense: Marie sembra essere andata via per sempre, ma ecco che dopo pochi minuti la ritroviamo in giardino dove i due si ricongiungono in segno di pace e amore. Qui cadono le nostre speranze di un finale che giustifichi con un colpo di scena ci restituisca le due ore spese ad ascoltare le lamentele dei due protagonisti e di Levinson in sottofondo.

In sintesi, tra l’inizio e la fine del film non è cambiato nulla. Non c’è una crescita dei personaggi, non c’è una crescita nella relazione sentimentale tra i due. Quindi alla fine di tutto, qual è il punto del film?

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