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Micaela Ramazzotti: un esordio alla regia pieno di Felicità

Se doveste pensare alla felicità, ad un attimo in cui vi siete sentiti felici, cosa vi viene in mente?

Micaela Ramazzotti, regista e interprete protagonista di Felicità, la rappresenta nella scena finale del film come un sospiro di sollievo, un attimo di consapevolezza e speranza per un nuovo inizio. La presa di coscienza che, seppur lontana dal ricomporre i cocci in cui sembra essersi rotta irreversibilmente la sua vita, quantomeno, Desirè (Ramazzotti), la protagonista del film, è finalmente libera di raccogliere quei cocci, e provare a rimetterli insieme.

Felicità: Micaela Ramazzotti e Matteo Olivetti in una scena del film
Felicità: Micaela Ramazzotti e Matteo Olivetti in una scena del film

Felicità, nelle sale dallo scorso 21 settembre dopo essere stato presentato in concorso alla mostra del cinema di Venezia, è la storia di una famiglia in cui i legami sono ormai logorati dalla presenza ingombrante e tossica dei genitori nella vita dei due figli: Desirè, e il fratello minore Claudio (Matteo Olivetti). I Mazzoni, padre e madre, interpretati da Max Tortora e Anna Galiena, si sentono in diritto di esercitare sui figli una forza di controllo e manipolatrice, che si esprime in continua denigrazione e sfruttamento, anche economico, nei confronti della figlia e in un atteggiamento morboso di ultraprotezione e manipolazione emotiva nei confronti del figlio.


Se la prima tenta fin da ragazza di sottrarsi a questa situazione lasciando la casa di famiglia a 18 anni, non riuscendo tuttavia a rompere del tutto le catene di questo legame tossico, il fratello Claudio continua a vivere con i genitori, sempre più soffocato dall’opulenta interferenza di questi nella sua vita.

Le conseguenze sulla vita dei due fratelli sono inevitabili e devastanti: Desirè, che lavora come assistente parrucchiera sui set cinematografici, si sente costantemente inerme verso qualsiasi situazione di molestia o forma di aggressione, e costantemente in difetto nei confronti di chiunque, dalla famiglia al compagno Guido (Sergio Rubini), un intellettuale professore universitario, che d’altra parte non manca di esercitare sulla ragazza un certo senso di superiorità sociale e culturale. Claudio è incapace di qualsiasi reazione al controllo emotivo dei genitori, dal quale si lascia sopraffare fino a manifestare un serio disturbo psichico.


Felicità: Matteo Olivetti, Anna Galiena, Micaela Ramazzotti e Max Tortora
Felicità: Matteo Olivetti, Anna Galiena, Micaela Ramazzotti e Max Tortora

Desirè sembra essere l’unica in famiglia ad avere coscienza della malattia del fratello, ed è proprio questa presa di coscienza che innesca il faticoso processo di “disintossicazione” ed emancipazione dei due fratelli nei confronti della famiglia.


Felicità: un esordio alla regia che sviluppa i tratti del “tipo umano” Ramazzottiano


Felicità è la storia di una famiglia complessa, raccontata in modo semplice. Un binomio costante delle interpretazioni che hanno portato Micaela Ramazzotti al successo come attrice, e che ritroviamo nel suo esordio da regista.

Come le altre figure interpretate dalla Ramazzotti, Desirè è una ragazza fragile, insicura, vessata dalla vita e da una situazione familiare difficile. Del resto, la stessa Ramazzotti ha più volte dichiarato la sua volontà di dare voce a personaggi che spesso fanno fatica a far sentire la propria nella società e nella quotidianità delle loro vite. Ed è sempre splendida ad ogni nuova interpretazione, seppure con un repertorio di caratteristiche comuni ai suoi personaggi ormai consolidato e ricorrente: il parlare incerto, la voce rotta, la camminata indecisa, l’aria un po' assente e la grande forza d’animo nel non arrendersi e nel cercare una forma di riscatto.

Felicità: Micaela Ramazzotti e Sergio Rubini
Felicità: Micaela Ramazzotti e Sergio Rubini

Vediamo Desirè correre tra il set cinematografico, la casa dei genitori, la casa del compagno; dividersi tra le persone che affollano la sua vita e cercare in qualche modo di compiacerle tutte per tentare disperatamente di tenere insieme i pezzi di una vita che continua a generare nuove crepe e nuove ferite. Desirè che mostra nelle occhiaie e nei capelli arruffati tutti i segni di una stanchezza provocata dall’infelicità, dal dolore, dall’angoscia e dalle paure. Paura persino di perdere le persone che sono causa della sua condizione, di sottrarsi a quei legami tossici, poiché senza quelli non le rimarrebbe più nulla. Solo di fronte alla condizione del fratello, troverà la forza per reagire.


La regia di Felicità: Il dramma senza la poesia


Quello che in Felicità distingue il personaggio di Desirè dalle precedenti interpretazioni della Ramazzotti, ed in generale dalla forza emotiva che queste ultime riuscivano a dare a film come La Prima Cosa Bella, La Pazza Gioia e Maledetta Primavera, è il modo di raccontare in contesto nel quale sono inseriti, la lente attraverso cui lo spettatore percepisce la storia, ovvero gli occhi del regista.


Siamo abituati a vedere i personaggi interpretati dalla Ramazzotti in tutta la loro fragilità e ingenuità inseriti in una cornice decadente e drammatica, raccontata però sempre con un tono altrettanto fragile e ingenuo, fino a risultare poetico. Un connubio perfetto in cui il personaggio e lo storytelling si alimentano a vicenda con coerenza, coinvolgendo e convincendo a pieno lo spettatore: insomma, finiamo il film sempre con il magone e le lacrime agli occhi.


In Felicità, c’è molto di drammatico ma poco di poetico. La narrazione oscilla tra i toni crudi e diretti, e quelli grotteschi, portati all’estremo in alcune scene caratterizzate da dialoghi piuttosto stereotipati. la Ramazzotti si allontana dalla strada decadente e poetica percorsa come attrice e sceglie per il suo esordio alla regia una rappresentazione semplice, sincera, verista e teatrale, nella quale i toni drammatici si colorano di una personale sfumatura di tragicomico, supportati da una colonna sonora che crea spesso un contrasto divertente con la narrazione.

Felicità: esordio alla regia per Micaela Ramazzotti
Felicità: esordio alla regia per Micaela Ramazzotti

Un mix che attinge al repertorio professionale della Ramazzotti, alla tradizione della commedia all’italiana più “alta”, in cui resta comunque ben visibile la firma personale della regista. Forse una rappresentazione che perde un po' della forza emotiva a cui eravamo abituati, e che un po' ci aspettavamo ricordando la Ramazzotti attrice, ma che certamente ci ha convinto! E non solo noi: Felicità si aggiudica infatti il premio degli spettatori, Armani Beauty Audience Award, al festival di Venezia.

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