Moda e cinema: 8 film che celebrano il glamour
Tra moda e cinema si è ormai instaurato, a partire dagli anni Trenta, un legame inevitabile e indissolubile che ad oggi viene naturalmente esteso anche alle serie TV e che vede la nascita di nuovi prodotti editoriali, come i docufilm dedicati a diversi stilisti, disponibili sulle principali piattaforme di streaming.
Perché il legame tra moda e cinema è inevitabile
Questo legame trova la sua ragione nel fatto che il cinema, come la narrativa, è una finzione che parla di cose vere, o che pretendono di esserlo. Lo stile e il modo di vestire di un personaggio contribuiscono in modo determinante alla definizione del personaggio stesso, e sono parte integrante dell’ideale di cui quel personaggio è portatore. Quindi un veicolo fondamentale per la trasmissione di questo ideale allo spettatore, che recependolo lo riconosce come vero, o verosimile. La cura per i costumi e lo styling di tutti i personaggi di un film è allo stesso modo una forte leva di storytelling, che definisce un contesto e rafforza il legame di empatia che si instaura tra il film e lo spettatore.
Chanel, Dior, Givenchy: quando la moda ha iniziato a vestire il cinema
Negli anni Trenta alcuni stilisti affermati iniziarono a cimentarsi nel ruolo di costumisti per il grande schermo, inizialmente con esiti poco felici come del caso di Chanel o Elsa Schiaparelli, poi con esperimenti di maggior successo come quelli di Christian Dior. Portano infatti la sua firma gli abiti indossati da Marlene Dietrich nel film Paura in Palcoscenico (1950) di Alfred Hitchcock, oltre quelli, che gli valsero una nomination all’Oscar, realizzati per Jennifer Jones in Stazione Termini di Vittorio De Sica (1953).
Sarà poi nell’anno successivo (1954) che, con il film Sabrina di Billy Wilder, per la prima volta, con grande successo, la figura dello stilista si affianca a quella del costumista. Il guardaroba dell’attrice era stato creato da Edith Head, probabilmente una delle più grandi e premiate costumiste della storia, e firmato in gran parte da Hubert de Givenchy. Il fortunato sodalizio tra la Hepburn e Givenchy rimase inalterato nel tempo sia sul set sia nella vita privata: il grande sarto continuò a vestire la Hepburn in film che hanno lasciato il segno nel campo della moda, come Funny Face (1957) o Colazione da Tiffany (1961).
Dagli anni ’80 ad oggi: 8 film imperdibili che celebrano il glamour, in tutte le epoche storiche
American Gigolò (1980) scritto e diretto da Paul Schrader.
Ad essere onesta non lo definirei esattamente un film memorabile. Ma possiamo senz’altro dire il contrario degli splendidi abiti firmati Giorgio Armani, all’epoca agli inizi della sua carriera, indossati da un super affascinante Richard Gere, che diventarono, e sono tutt’ora, un’icona di eleganza raffinata e senza tempo. Da allora, quello tra Armani e il cinema è un sodalizio che continua fino ad oggi a lasciare una firma inconfondibile: lo stilista ha vestito il cast de The Untouchables - Gli intoccabili (1987), Christian Bale ne Il Cavaliere Oscuro (2008), Brad Pitt in Bastardi senza gloria (2009)e Leonardo Di Caprio in The Wolf of Wall Street (2013).
Marie Antoinette (2006), diretto da Sofia Coppola.
La pellicola ripercorre la vita di corte di Maria Antonietta, sposa del re di Francia Luigi XVI, dal suo difficile ingresso a Versailles, sino alla sua morte dopo lo scoppio della rivoluzione nel 1789. Nonostante siamo ancora lontani dalla nascita della moda in senso più moderno, la corte di Versailles era decisamente un’icona per l’epoca in fatto di tendenze. Inoltre, i costumi da oscar curati da Milena Canonero, e la patina pop-chic con cui è riletta la vicenda, lo rendono senz’altro un film che celebra il glamour a gran voce.
Il Diavolo veste Prada (2006), diretto da David Frankel.
Praticamente il manifesto del connubio tra moda e cinema: nonostante dietro i costumi del film non ci sia direttamente la firma di uno stilista, i memorabili look di Andy (Anne Hathaway) collezionati dalla costumista Patricia Field hanno reso omaggio a innumerevoli griffe, da Chanel a Jimmy Choo ad Alexander McQueen. La scenografia ci trasporta dagli archivi della redazione di Runway (la rivista di moda che riecheggia Vogue attorno la quale ruota l’intera vicenda), strabordanti di pezzi unici arrivati direttamente dalle passerelle, ai set degli shooting, alle feste esclusive per celebrare le sfilate. Aiutami a dire glamour.
Coco avant Chanel - L'amore prima del mito (2009), diretto da Anne Fontaine.
Il film racconta la storia della stilista francese Coco Chanel (Audrey Tautou), dalla sua giovinezza, all’intuizione del cambiamento che stava vivendo la società del primo dopoguerra. Cambiamento che si sarebbe riflesso inevitabilmente in un nuovo stile e in una nuova moda. Un film da vedere per comprendere come dietro al genio creativo di una delle più ammirate stiliste della storia ci sia la sensibilità, la lungimiranza e la capacità di osservazione della società di una donna fortemente indipendente e decisamente avanguardistica per il suo tempo. Chapeau.
Il Grande Gatsby (2013), diretto da Baz Luhrmann.
La pellicola, tratta dal romanzo omonimo di Francis Scott Fitzgerald, è la quarta trasposizione cinematografica di questa opera, e decisamente la più glamour. La scenografia e i costumi (valsi entrambi un oscar al film) sono un tripudio di scintillio e raffinatezza che volteggiano a ritmo di charleston, innaffiati da fiumi di champagne. What else?!
Per il film sono stati creati 40 esclusivi modelli originali firmati Prada e Miu Miu, ispirati ai look di sfilata vintage da sera e da cocktail, rielaborati e decorati al meglio per aderire al contesto della storia, in collaborazione con la costumista Catherine Martin.
Yves Saint Laurent (2014), diretto da Jalil Lespert.
Il film è ispirato alla vita dello stilista e ripercorre gli anni dalle sua nomina, giovanissimo, alla direzione creativa della maison Dior, dopo la morte di Christian Dior; l’incontro con Pierre Bergé, compagno di vita e socio in affari; fino alla fondazione della sua propria casa di moda. Esotico, poetico e passionale, il film, oltre a raccontare l’ascesa del genio di Saint Laurent, è una profonda storia d’amore: per il compagno di una vita, Bergé, per l’arte e per la bellezza. Per la realizzazione del film, Bergé ha prestato alla produzione 77 abiti dell'epoca d’archivio, inoltre, buona parte della sceneggiatura è basata sui ricordi lasciati da Bergé nel suo libro Letters to Yves.
House of Gucci (2021) diretto da Ridley Scott.
La pellicola è un adattamento cinematografico del libro House of Gucci. Una storia vera di moda, avidità, crimine scritto da Sara Gay Forden, ed è ispirato alle vicende reali che nel 1995 portarono Patrizia Reggiani ad organizzare l'omicidio dell'ex marito Maurizio Gucci, imprenditore ed ex presidente della celeberrima casa di moda omonima. Nonostante le numerose critiche sulle inesattezze storiche, sicuramente un film da vedere per il cast eccezionale, la fotografia raffinata e, ovviamente, per la scenografia e i costumi che ci offrono uno splendido spaccato del lusso opulento e un po' kitsch degli anni ’80 e ’90.
Infine, come non menzionare Barbie (2023), diretto da Greta Gerwig in uscita nelle sale in questi giorni. Immaginate un colore che celebri il glamour meglio del rosa shocking? I costumi del film, affidati alla costumista Jacqueline Durran, sono stati quasi tutti realizzati appositamente per il film ricreando in gran parte i look iconici delle Barbie del passato, aggiungendo di tanto in tanto un tocco di Chanel. Saranno i più belli sul grande schermo per il 2023? Leggi l’intervista alla costumista Jaqueline Durran.
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