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  • Immagine del redattoreMarcello

Novembre: il film sugli attentati di Parigi che ha scosso il festival di Cannes

Il regista di Bac Nord torna con un thriller sui cinque giorni successivi agli attentati del 13 novembre.

  • Cédric Jimenez torna sul grande schermo con Novembre.

  • Il lungometraggio parla dei giorni successivi all'attentato di Parigi nel 2015.

  • Una regia appositamente timida che sorvola sugli elementi più "spettacolari" per dedicarsi ai retroscena più bui della vicenda.

  • Come prevedibile, la pellicola ha travolto e diviso Cannes e la critica. Alcuni pensano sia troppo duro, altri lo trovano "necessario".


Che cos'è Novembre?

Il nome Cédric Jimenez dovrebbe dirvi qualcosa. Sarebbe un eufemismo dire che il suo precedente film, Bac Nord, ha fatto scalpore e ha rivelato (per ragioni buone e meno buone) il suo regista. Jimenez torna sul grande schermo con Novembre, un film che racconta i cinque giorni di indagini che hanno seguito gli attentati del 13 novembre 2015 a Parigi, per trovare i due terroristi..


Jean Dujardin - Novembre

Il tutto è portato avanti da un cast importante: Jean Dujardin, Sandrine Kiberlain, Anaïs Demoustier, Lyna Khoudri, Jérémie Renier, Sofian Khammes, Sami Outalbali, Stéphane Bak...


Viste le polemiche sulla politicizzazione di Bac Nord, avevamo tutte le ragioni di temere un ritorno di Jimenez versione blockbuster. Fortunatamente è accaduto il contrario.


Perché è un buon film?

Novembre solleva diverse domande. Diciamolo subito: è un film difficile e doloroso. Addirittura catartico. Jimenez ha l'accortezza e la modestia di non mostrare troppo. Romanzando la sua storia, è costretto a mostrare cose dolorose, ma si limita al minimo. Per fortuna, perché quel poco che si vede è un pugno allo stomaco...


I primi dieci minuti del film, che raccontano la storia degli attacchi da un punto di vista organizzativo. Sì, fanno malissimo. Tanto che ci si chiede se non fosse troppo presto per raccontare questa storia. Dall'altra parte dell'Atlantico, sappiamo come affrontare i drammi nazionali attraverso la settima arte, con gesti di pura reattività. In Francia (come in Italia), è qualcosa più raro. Ecco perché era necessario provare. La cosa interessante è che il regista non si occupa degli attentati come se fossero i protagonisti della storia, ma di tutto ciò che ne è seguito.


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Laddove Bac Nord impressionava per le sue sequenze d'azione, vicine nel loro DNA a quelle dei blockbuster americani, Novembre è più sobrio, meno imponente, più timido - modesto, ancora una volta. Il contenuto, insomma, prevale sulla forma.


Questo non significa che non ci siano grandi sequenze di inseguimento o di tensione, che ricordano la mastria di Sicario di Denis Villeneuve. Al contrario. Solo che Bac Nord è un western, un western vero e proprio, mentre Novembre è un thriller, un film d'inchiesta e quindi, sulla carta, più classico.


Con il peso di questo evento traumatico, era ovvio aspettarsi delle lamentele, e infatti sono parecchie. Eppure Jimenez riesce a fare cinema, a creare tensione, a commuovere le persone. Sa come posizionare la cinepresa al momento giusto nel posto giusto.


Cosa ne pensiamo?

La qualità principale: una sceneggiatura intelligente che evita facili vie d'uscita e una regia sufficientemente modesta.


Il difetto principale: forse troppo doloroso da guardare.


Avrebbe potuto chiamarsi: Cinque giorni


La citazione che riassume il film: "Un thriller catartico, doloroso ma necessario".


Un film che vi piacerà se avete apprezzato Zero Dark Thirty di Kathryn Bigelow, Sicario di Denis Villeneuve e, in un certo senso, Bac Nord.





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