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One Piece: perché ci ha convinto, in 5 parole

Da quando è uscito su Netflix, lo scorso 31 agosto, il web è letteralmente esploso di notizie, recensioni, commenti e curiosità su One Piece, il live action tratto dalla serie manga più venduta della storia del Giappone e scritta da Eiichiro Oda. Ad oggi è il primo titolo a livello mondiale su Netflix, con 37.8 milioni di views raggiunte in meno di due settimane dal suo debutto: la serie ha raggiunto la Top 10 in 93 paesi, posizionandosi al primo posto in 46.


Il One Piece è il più grande tesoro mai esistito, appartenuto al più famoso re dei pirati di tutti i tempi: Gold Roger. Da quando quest’ultimo è stato catturato ed ucciso, moltissimi pirati da tutto il mondo si sono avventurati lungo la Rotta Maggiore per cercare di recuperarlo ed ottenere l’ambitissimo titolo di re dei pirati. La storia narra le vicende di uno di questi avventurieri, Monkey D.Luffy, un giovane amante della libertà e della vita trascorsa a navigare per i mari, determinato a recuperare il leggendario tesoro e succedere a Gold Roger.


Premetto che, da parte mia, non avendo letto il manga, posso solo avere come riferimento la trasposizione in anime, trasmessa da Italia1 dal novembre 2001, per poi continuare su Italia 2 nel 2012. Ad ogni modo, credo sia innegabile si tratti di uno dei live action più riusciti di sempre.


È comprensibile il punto di vista di chi ha individuato nella serie alcuni difetti, che chiamerei piuttosto punti deboli, come un’ambientazione spesso limitata, focalizzata su inquadrature raccolte, che tolgono un po' di respiro agli sfondi dell’azione. Oppure dialoghi che rischiano in alcuni momenti di risultare poco avvincenti, per non dire banali: stiamo pur sempre parlando di una trama che si sviluppa con un suo storytelling leggero e naif fino alla tenerezza, come è del resto il suo protagonista. Non mi scomporrei per dialoghi altrettanto semplici e leggeri.


Ad ogni modo, tralasciando qualche sbavatura, One Piece ci ha convinto alla grande per la sua coerenza e cura nella trasposizione. Non solo per la sceneggiatura tagliata in modo puntuale, focalizzando i momenti salienti della storia in una sintesi ben riuscita, che di per sé costituisce la vittoria di una grande sfida. Ma soprattutto per i personaggi, che mantengono intatta la loro caratterizzazione e il loro spirito, anche in luogo di piccoli scostamenti fisici. Così come si mantengono intatti lo spirito e la caratterizzazione dello storytelling, sostenuti dalla cura per i piccoli dettagli che permettono allo spettatore di riconoscere e rinnovare empaticamente il legame con l’originale.


5 parole per descrivere One Piece

One Piece: avventura
One Piece: avventura

Il live action Netflix può riassumersi così:

1. Avventura

Il tema del viaggio ci convince sempre: la navigazione, l’esplorazione alla ricerca di un tesoro, gli scontri ed il superamento degli ostacoli per raggiungere l’obiettivo finale. Non solo, come in ogni narrazione che segue alla perfezione lo schema del viaggio dell’eroe, insieme all’avventura che regge la trama della storia, ci sono poi i singoli viaggi di crescita intrapresi da ciascuno dei protagonisti, e abbiamo già detto di quanto questo genere di narrazione riesca ad empatizzare e coinvolgere lo spettatore. (se lo hai perso, leggi qui l’articolo)



2. Sorriso

One Piece: il sorriso di Luffy
One Piece: il sorriso di Luffy

Il sorriso di Iñaki Godoy (Luffy) è proprio uno di quei dettagli che meglio rappresentano la cura e la ricerca minuziosa per dare al live action la giusta coerenza rispetto l’originale. Cura che si estende a tutta la scelta del cast, altro grande punto di forza della serie. Sorriso che inoltre è contagioso, perché in One Piece, non mancano l’ironia e il sarcasmo negli scambi tra i protagonisti, che del resto sono un punto centrale dell’anime, e che riconosciamo bene nella trasposizione: decisamente ci piace!.




3. Colore

One Piece: colore
One Piece: colore

Se è pur vero che la scenografia prevede spesso spazi ristretti e di corto respiro, è però innegabile la cura, ancora una volta, nella ricostruzione minuziosa dei dettagli e complementi di scena, esaltati da un buon uso della fotografia che restituisce immagini colorate e definite, anche nelle scene più buie. L’effetto finale strizza l’occhio alla palette di un film di animazione, tenendo bene il legame con il cartoonesco senza però risultare eccessivamente contraffatto.





4. Stile

One Piece: stile
One Piece: stile

Anche sulla scelta dei costumi è stata fatta qualche piccola osservazione sul web in merito ad una resa eccessivamente contraffatta, più simile ad un cosplay che ad una riproduzione realistica. Tutto sommato, a parte i capelli di Nami che hanno un effetto parrucca piuttosto marcato, per il resto un altro motivo per cui ci piace One Piece è la varietà degli outfit destinati a ciascuno dei protagonisti, che, anche in questo caso, supportano la caratterizzazione dei personaggi con coerenza stilistica, in un buon equilibrio tra realistico e fantastico.



5. Entusiasmo

L’entusiasmo del cast di One Piece, e soprattutto dei protagonisti, che sostengono i loro ruoli credendoci fino in fondo. E ovviamente, l’entusiasmo di Luffy, un personaggio dall’immensa carica positiva e fiducia in se stesso, qualità che riesce a trasmettere agli altri componenti della ciurma, e in parte anche a noi. Insomma, chi non vorrebbe accanto un Luffy motivatore per affrontare il lunedì?


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