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Paterson e le poesie salva-vita

Il film Paterson del regista Jim Jarmusch, rilasciato nel 2016, è uno di quei film-metafora del nostro mondo interiore: ognuno di noi quando viene al mondo si dà una tridimensionalità, costituita da altezza, larghezza e profondità. Solo quando si cresce si capisce che ne esistono tante altre, tra cui la dimensione del tempo. Questo è uno dei temi principali su cui si basa la vita del protagonista, scandita da un ritmo abbastanza ripetitivo: Paterson vive insieme alla moglie Laura e il cane Marvin in una casetta proprio nella cittadina di Paterson, in New Jersey, e lavora come autista di autobus. La sua vita è apparentemente monotona, ma alla fine ogni giorno racconta una storia diversa, che sia tra le mura di casa, dove si sviluppa il concetto di famiglia, o tra le persone che incontra o con cui si interfaccia, semplicemente ascoltando ciò che gli succede intorno. Infatti, ciò che sicuramente sa fare un buon poeta, è ascoltare e trarre ispirazione da ciò che lo circonda.


Rendere giustizia alle geometrie visive della poesia

Cosa c'è di particolare in tutto ciò? Cosa può rendere ogni giorno speciale? Per Paterson è la poesia e dovrebbe esserlo per ognuno di noi. C'è poesia dietro a ogni piccola azione quotidiana, umana o della natura. Le poesie citate nel film sono di Ron Padgett, poeta, editore e traduttore americano. Ogni scena del film rappresenta un pezzetto di vita, decisivo per essere ricordato attraverso la scrittura. Il protagonista, però, con gli altri, con la gente che pensa che non capirebbe, sminuisce i suoi momenti, che poi in realtà sono gli stessi che lo tengono ancora in vita: senza di essi sarebbe davvero solo "un autista di autobus". Invece, per fortuna, nel suo mondo riesce ad essere completamente se stesso e gioire di ciò che gli capita.


Distruzione e ri-creazione

Il climax della pellicola è anch'esso una metafora: a seguito di un fortuito episodio, tutti quegli istanti catturati sulla carta vengono distrutti e un taccuino pieno di vita viene privato delle stesse emozioni reali. Si potrebbero definire solo delle pagine ricoperte di inchiostro ma per Paterson non è così: scrivere poesie è un salva-vita, è amore, e come cita un personaggio nel film: senza amore, perché uno deve esistere? Non gli resta che iniziare un nuovo taccuino.


Qui di seguito trovate una poesia estratta dal film:


Poesia d'amore

Abbiamo molti fiammiferi in casa nostra

Li teniamo a portata di mano, sempre

Attualmente la nostra marca preferita è Ohio Blue Tip

Anche se una volta preferivamo la marca Diamond

Questo era prima che scoprissimo

I fiammiferi Ohio Blue Tip

Sono confezionati benissimo

Piccole scatole resistenti

Con lettere blu scuro e blu chiaro bordate di bianco

Con le parole scritte

A forma di megafono

Come per dire ancora più forte al mondo

"Ecco il più bel fiammifero del mondo"

Il suo stelo di tre centimetri e mezzo in legno di pino

Sormontato da una testa granulosa viola scuro

Così sobrio e furioso e caparbiamente pronto

A esplodere in fiamme

Per accendere, magari, la sigaretta della donna che ami

Per la prima volta

E che dopo non sarà mai più davvero lo stesso

Tutto questo noi vi daremo

Questo è ciò che tu hai dato a me

Io divento la sigaretta e tu il fiammifero,

O io il fiammifero e tu la sigaretta,

Risplendente di baci che si stemperano nel cielo


"Ma è solo una poesia su un fiammifero!", si potrebbe pensare. Invece si tratta di un oggetto solo in apparenza insignificante, che evidentemente gioca un ruolo importante nella vita di ha scritto la poesia e in cui tutti possiamo riconoscerci.


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Marcello! è una testata giornalistica dedicata ai veri cinefili. A tutti coloro che amano il buio della sala cinematografica, l'odore dei pop-corn e la magia del grande schermo. Insomma, a tutti coloro che non riuscirebbero a vivere senza la settima arte.   

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