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Quali sono i 10 migliori film del 2022 (finora)?

Il sesto mese dell'anno è giunto al termine. È tempo di fare un piccolo bilancio, con calma.


L'estate è finalmente arrivata ed è giunto il momento della revisione intermedia del 2022.


In termini di film, ci sono alcune cose molto buone. Tra blockbuster che fanno il loro dovere e piccoli film che ci hanno colto di sorpresa, questi primi sei mesi sono stati una festa per gli occhi. Ecco perché abbiamo cercato di stilare una lista per parlarvi dei nostri dieci film preferiti.


Se non l'avete già fatto, recuperate tutti film durante le vacanze estive. Vi assicuriamo che non rimarrete delusi.



The Green Knight


Un altro film di A24, un altro film distribuito direttamente su Amazon Prime, un'altra perla. Il ritorno di David Lowery (A Ghost Story), con un film fantasy basato su un racconto arturiano poco conosciuto, non poteva che entusiasmarci. Le prime immagini ci hanno fatto sognare: la fotografia sembrava così sublime. Spoiler: il risultato finale è sorprendente. Un'enorme cotta per un film essenziale, che è già un cult.



Licorice Pizza


Il nuovo ambizioso film di Paul Thomas Anderson, Licorice Pizza, si snoda tra i ricordi dell'amata Los Angeles degli anni '70 del regista e ci porta in un vortice di nostalgia attraverso una strana e atipica storia d'amore tra adolescenti.


La scena iniziale è incredibile. Grazie a una sequenza girata per diversi minuti, il rapporto tra Gary (Cooper Hoffman) e Alana (Alana Haim, personaggio, del tutto inediti nel panorama hollywoodiano) si materializza davanti ai nostri occhi, insieme alle loro personalità. Una chicca non da poco che dà il via al film con un ritmo frenetico che si interromperà solo durante titoli di coda, lasciandoci perplessi ma convinti di aver visto uno dei migliori film dell'anno.



Spencer


Un altro biopic su Lady D? Certo che sì. Realizzato da uno dei migliori registi contemporanei, Pablo Larrain, abituato a tragici destini femminili, abbiamo pensato meritasse a mani basse un posto in questa selezione. Qui Kristen Stewart, trasformata da un elegante accento britannico, incarna perfettamente questa principessa ribelle dal cuore grande, facendo sì che i suoi stati d'animo si susseguano al ritmo dei suoi incessanti cambi d'abito.


Il mondo sontuoso, ma anche inquietante, della famiglia reale inglese è qui sublimato dall'incredibile lavoro di illuminazione della direttrice della fotografia francese del film, Claire Mathon.




Batman


Qualche anno fa, il solo annuncio di un progetto di questo tipo ci avrebbe spaventato. Il successo critico e commerciale di Joker ci ha ricordato che finalmente un one-shot su The Batman con un tono diverso, un'ambizione lontana dall'Universo DC di Joss Whedon, poteva essere una buona idea. Tanto di cappello a Matt Reeves per aver trasformato Robert Pattinson in uno dei migliori Bruce Wayne, con uno splendido universo punk-grunge.




Entre les vagues


Con questa energica opera prima, Anaïs Volpé si è affermata come una promettente regista da rispolverare nel cinema francese. In Entre les vagues, una potente storia di amicizia abitata dalle sue due attrici, Souheila Yacoub (potente in Climax o Les Sauvages) e Déborah Lukumuena (la star di Divines) interpretano due amiche amanti del teatro. Quando uno dei due viene scritturato per il ruolo principale di un'opera teatrale, all'altro viene chiesto di fare da sostituto. Le due amiche, solidali e diligenti, si spingono l'un l'altra a fare del loro meglio per il personaggio che condividono, fino a quando una di loro - per qualche motivo non rivelato - offre all'altra la possibilità di brillare al suo posto.


Questo film divertente e al tempo stesso riflessivo, ci ha trascinato in un vortice di risate e lacrime. Un regista da seguire con molta attenzione.




À plein temps


In À plein temps, Laure Calamy, la protagonista interpreta una madre single che si destreggia tra il suo lavoro di cameriera in un palazzo parigino, perennemente in servizio, e la sua vita familiare lontana dal trambusto della capitale. Come sfondo gli scioperi nazionali dei trasporti che metteranno a dura prova la nostra eroina.


Questa vita impossibile, in una Parigi sporca e disordinata, è scandita da una musica angosciante, che rende ipnotica la sua perpetua corsa contro il tempo. Intensa e angosciante, questa pepita prova un piacere maligno nel giocare con i nostri nervi. Portando avanti il film da sola, Laure Calamy è riuscita a vincere un premio a Venezia per la sua interpretazione mozzafiato.




Hit The Road


Il film di Panah Panahi, presentato alla Quinzaine des Réalisateurs del 2021, ci ha colto di sorpresa. Questo viaggio di famiglia in Iran, in fuga da un regime che ha fatto tanto male al padre del regista, Jafar Panahi, è una vera e propria lezione di scrittura che lascerà un segno nel vostro fragile cuore. Hit The Road non è solo bello, è poetico, divertente, amaro, pizzicante, malizioso. Un successo.




The Northman


Sono anni che vi diciamo che Robert Eggers è un regista destinato a lasciare il segno. Il suo primo film, The Witch, era già un piccolo capolavoro e The Lighthouse ci aveva confuso e affascinato al tempo stesso. Il regista ha avuto a disposizione il budget di un blockbuster per realizzare un grintoso film vichingo, forse troppo lontano dal suo DNA di film indipendente.


Ma la magia è avvenuta. Eggers è riuscito a superare questa "piccola" difficoltà e produrre un'opera unica, dove ogni inquadratura è un dipinto, dove la regia fa letteralmente cadere la mascella. Non solo un grande successo: un film importante, che dovrebbe lasciare un segno nella mente delle persone, se non nella storia.




Decision to Leave


Park Chan-wook, uno dei più importanti registi coreani, non ha bisogno di presentazioni. Dal film sul confine tra Corea del Nord e Corea del Sud (Joint Security Area) al thriller d'epoca (Mademoiselle), il regista ha realizzato solo capolavori, e non stiamo esagerando. Con Decision to Leave, il regista ci ricorda che non è solo il regista di Old Boy, ma che ama soprattutto raccontare grandi storie d'amore, sempre con una mastria che farebbe invidia a chiunque sia mai stato dietro una macchina da presa.






After Yang


After Yang, il delicato affresco futuristico di Kogonada, punta tutto sulla fantascienza soft e su un toccante Colin Farrell. Dopo una fantastica, energica e colorata sequenza d'apertura in cui le famiglie si sfidano in una grande gara di ballo virtuale, il film si svolge in un universo minimalista e rilassante, dove gli interni sono ordinati e le parole sono sussurrate.


Qui il futuro non è ansiogeno e gli androidi non sono una minaccia, fanno parte della famiglia e hanno persino dei sentimenti. Senza impantanarsi in troppe considerazioni tecnologiche, il regista offre un'ambientazione raffinata per le questioni filosofiche del film: transumanesimo, intelligenza artificiale ed eredità culturale. Tratta anche la tematica del lutto, della perdita, della separazione e del legame familiare, quello che creiamo con altri che non sono dello stesso colore, sangue o specie.






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Marcello! è una testata giornalistica dedicata ai veri cinefili. A tutti coloro che amano il buio della sala cinematografica, l'odore dei pop-corn e la magia del grande schermo. Insomma, a tutti coloro che non riuscirebbero a vivere senza la settima arte.   

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