Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli: la recensione del nuovo film firmato Marvel
Preparatevi ad essere spazzati via da “Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli”, il nuovo film Marvel (diretto dal regista Destin Daniel Cretton) ricco di scene d’azione di alto livello e personaggi brillanti. Finalmente con dei dialoghi brillanti che scorrono perfettamente sulla linea tra serietà e umorismo, “Shang-Chi” è un solidissimo film stand-alone piacevole da guardare indipendentemente dalla conoscenza del franchise Marvel.
Shang-Chi, (Simu Liu) un ex-assassino che si nasconde a San Francisco sotto il nome di Shaun, lavora come parcheggiatore con la sua migliore amica Katy (Awkwafina). La loro vita però cambierà radicalmente quando il padre di Shang-Chi, Xu Wenwu (Tony Leung Chie-Wai) – il fondatore dell’organizzazione criminale “Ten Rings” – manda i suoi soldati a cercare il giovane ragazzo. Quest’episodio aprirà le ferite ormi cicatrizzate dell’orrendo passato di Shang-Chi, addestrato come assassino dall’età di sette anni. Ora, deve cercare di proteggere la sua famiglia e la sua migliore amica, scoprendo le vere intenzioni di suo padre. Per salvare il mondo, Shang-Chi è costretto ad affrontare il suo passato distaccandosi da esso per poi accettarlo.
Frame del film Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli
“Shang-Chi” è composto dalle sequenze d’azione più avvincenti create dalla Marvel negli ultimi anni. La coreografia, le acrobazie, gli effetti visivi e la cinematografia delle scene di combattimento sono davvero all’avanguardia, lanciando il pubblico in conflitti fisici come mai visto prima. A differenza di altri film dove i combattimenti tra i “boss” sono i più curati, in questo caso sono proprio i combattimenti di livello minore tra Shang-Chi e altri personaggi ad avere un impatto maggiore. In realtà superano addirittura le aspettative avendo sequenze d’azione accattivanti da farci rimanere con il fiato sospeso. Ad aumentare il valore di queste elaborate sequenze sono proprio gli ambienti super adrenalinici in cui si verificano, come su un autobus fuori controllo o su un’impalcatura montata sul lato di un grattacielo a Macao. Le grandi sequenze di combattimento d’insieme sembrano una vera e propria danza mentre la telecamera salta delicatamente tra il cast principale e gli avversari. Questa straordinaria tecnica di ripresa permette allo spettatore di ammirare l’azione senza esserne allo stesso tempo sopraffatto.
Cretton crea un cast completo di personaggi che riescono ad essere tanto sfumati quanto complessi. Forse una delle prime volte in cui in un film Marvel tutti i personaggi sembrano essere convincenti. Shang-Chi è ovviamente l’eroe principale tormentato da ciò che era e ciò che è nel momento presente. Una lotta interiore costruita molto bene che segue un climax ben architettato. Lo vediamo infatti affrontare i fantasmi del suo passato a suon di pugni, rendendo la sua storia ancora più coinvolgente. Altrettanto d’impatto, Shang-Chi non è presuntuoso o arrogante come la maggior parte degli altri personaggi eroici in questo franchise. Gli è permesso di essere timido ed emotivamente vulnerabile, insolito in un protagonista maschile forte. Anche i personaggi di supporto e antagonisti hanno tutti obiettivi, ostacoli e uno sviluppo personale. La cosa che forse colpisce di più è il dualismo dell’antagonista Xu Wenwu, intrappolato in un loop e nel desiderio straziante di riunirsi con l’amore della sua vita. Per riuscirci però, è costretto a lottare – a malincuore – con il proprio figlio.
Insomma, la storia di “Shang-Chi” è fresca e sotto un certo punto di vista ambiziosa, niente a che vedere con il tipico film Marvel. Non ci si aspetta che lo spettatore conosca la lunga storia dei personaggi, come avviene nella maggior parte degli altri film del Marvel Cinematic Universe (MCU). Al contrario, la storia è strutturata attraverso la giustapposizione del passato dei personaggi che diventa rilevante per la linea della trama narrativa. Questo filo conduttore permette agli spettatori di imparare a piccole dosi chi hanno davanti agli occhi. L’unica pecca negativo di questa struttura narrativa è che, dovendo passare periodicamente dal passato al presente, il secondo tempo del film risulta essere molto (forse troppo) lungo. Nonostante queste scene forniscano al pubblico le necessarie informazioni di base che di solito vengono fornite all’inizio del film, risultano però essere troppo lente. Forse era il caso di riassumerle un po’ meglio e concentrarle in una manciata di minuti.
Cretton nonostante qualche piccola caduta di stile, utilizza un’eccellente trama a tutto tondo che trasporta gli spettatori in un viaggio epico e poi li riporta nel mondo reale alla fine del film. “Shang-Chi” in poche parole è un’eccellente aggiunta all’Universo MCU e un’esperienza visiva eccezionale.
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