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“The Father” e l’interpretazione magistrale di Anthony Hopkins.

A prima vista, un film come “The Father” potrebbe essere trascurato semplicemente come “esca” da Oscar. Con un poster che è semplicemente un fermo immagine del film con le due star principali insieme ad un blando trailer, il film sembra come essere progettato esclusivamente per essere nominato ai premi. Ma non è così…

“The Father” ruota intorno a Anthony (Anthony Hopkins) che lotta con la demenza senile. Sua figlia Anne (il premio Oscar Olivia Colman) tenta di aiutarlo, assumendo infermiere e custodi che alla fine se ne vanno tutti dopo le umiliazioni, a volte violente, di suo padre. Nel frattempo Anne cerca di vivere la sua vita, desiderando di trasferirsi da Londra a Parigi con il suo nuovo fidanzato, cosa che lascerebbe Anthony da solo. Anthony, tuttavia, non sembra afferrare il fatto che sua figlia lo lascerà.

Il pubblico sperimenta gli effetti che la demenza ha sia su Anthony che su sua figlia. A volte Anthony dimentica piccole cose come abbassare la radio fino a non ricordare che sua figlia minore, Lucy, è morta anni prima in un incidente d’auto. Tutto questo rende “The Father” una storia straziante sulla famiglia e sull’amore senza eccedere a sentimentalismi superflui.


La performance di Hopkins pone queste scene strazianti e l’intero film al di sopra di ogni possibile aspettativa. Hopkins incarna perfettamente l’angoscia che un individuo con la demenza subisce. Riesce perfettamente a entrare nella mentalità di qualcuno che ha a che fare con la perdita di memoria, cambiando il suo umore in pochi istanti spiazzando chiunque sia il suo interlocutore.

Un esempio di questo cambio repentino di umore avviene all’inizio del film, quando Anthony perde il suo orologio, anche se viene lasciato sempre nello stesso posto ogni mattina. Il custode secondo la sua logica, è l’unico colpevole, ma una volta che Anne lo recupera, Hopkins cambia abilmente le sue emozioni da sconvolto a sollevato. Questo brusco cambiamento d’umore avviene in una manciata di secondi, ognuno messo in evidenza dalle espressioni facciali di Hopkins e dal preciso tono di voce. In un ruolo come questo, nessuno tranne Hopkins sarebbe in grado di farlo in un modo così bello e ossessionante. (Estremamente consigliata la versione in lingua originale)

Il fascino di “The Father” non è solo nella recitazione, ma anche nella magistrale regia. Florian Zeller fa la sua prima incursione nel cinema dopo una premiata carriera di autore di romanzi e opere teatrali, portando sullo schermo molti dei suoi trucchi appresi sul palcoscenico. Per tutto il film, Zeller cerca di mettere il pubblico nei panni di Anthony confondendolo. In alcune scene, gli sfondi cambieranno colore, gli oggetti di scena si muoveranno inaspettatamente, e i montaggi rapidi passeranno da una scena all’altra senza alcuna spiegazione.

Il più ovvio di questi effetti si verifica quando attori diversi entrano nel film per interpretare personaggi che erano stati precedentemente stabiliti. Senza un background teatrale, l’esecuzione di queste tattiche potrebbe sembrare stravagante, dato l’argomento, ma il tocco artistico di Zeller trasforma quello che avrebbe potuto essere un semplice racconto su un uomo con perdita di memoria in un film veramente commovente.

Frame di “The Father”

Essere in grado di sentire la confusione, l’ansia e la disperazione che Anthony sperimenta durante questi novanta minuti di avventura lascia un impatto duraturo sul pubblico di come una persona con demenza pensa e agisce. La sceneggiatura è scritta in modo non lineare, lasciando il pubblico indovinare se gli eventi sono avvenuti nel passato o nel presente (o se sono addirittura reali). È un modo molto efficace per creare una storia e allo stesso tempo far partecipare attivamente il pubblico.

Tutto questo culmina in un potente studio del personaggio. Il modo crudo e onesto in cui Hopkins rappresenta la demenza nel film è il motivo per cui sarà considerato la sua migliore performance (sì, anche meglio del suo ruolo di Hannibal Lecter ne “Il silenzio degli innocenti”).

Per un film che tratta della dimenticanza, è difficile dimenticare o scrollarsi di dosso l’impatto che “The Father” avrà negli anni a venire.

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Marcello! è una testata giornalistica dedicata ai veri cinefili. A tutti coloro che amano il buio della sala cinematografica, l'odore dei pop-corn e la magia del grande schermo. Insomma, a tutti coloro che non riuscirebbero a vivere senza la settima arte.   

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