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Villetta con ospiti di Ivano De Matteo. La recensione di un noir insipido

Chissà perché, nel cinema italiano, il Veneto rappresenta la quintessenza della borghesia decadente, ipocrita e corrotta. Fatto sta che De Matteo, ispirandosi chiaramente al Germi di Signore e Signori, torna nella ricca provincia di Treviso, per raccontare, cinquant’anni dopo, che le cose non sono cambiate.

Una ricca famiglia di produttori di vino, la fragile e nevrotica proprietaria (Michela Cescon), tradita dal marito (Giallini), prova a vincere la depressione calandosi nel ruolo di benefattrice sociale. Al servizio della acida e taccagna madre (Erika Blanc) c’è una domestica romena (Cristina Flutur) che ha fatto venire il figlio in Italia per dargli una possibilità. In 24 ore si sviluppa la vicenda, di giorno le virtù, di notte i vizi.

Nessuno sarà all’altezza del dramma, il prete e il medico si riveleranno inadeguati, il marito incapace di decidere, la moglie in preda a crisi isterica. Sarà il poliziotto a trovare il modo di uscire dal buio.

De Matteo ha cercato di dare al film le tinte del noir, ma non basta la colonna sonora jazz per definire quel mondo. Villino con Ospiti resta una commedia all’italiana, e in tal senso non si può dire che la prova sia riuscita. Impietosi i paragoni. Troppo didascalici i personaggi, che rappresentano i poteri. E non è sufficiente inserire il tema dell’immigrazione per attualizzare i temi.

Calligrafici gli attori, con Giallini che non riesce ad esprimersi al di fuori delle gigionate romanesche e la Cescon che si impegna ricalcando i modi di Valeria Bruni Tedeschi. Tralascio Marchioni (il prete) e Massimiliano Gallo (il poliziotto). La scena è illuminata solo da Cristina Flutur, che riesce a trasmettere affetto e struggimento. Imperdibile Erika Blanc nel ruolo della vecchia signora, ricca, volgare, acida. E sola.

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Marcello! è una testata giornalistica dedicata ai veri cinefili. A tutti coloro che amano il buio della sala cinematografica, l'odore dei pop-corn e la magia del grande schermo. Insomma, a tutti coloro che non riuscirebbero a vivere senza la settima arte.   

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